Soddisfazione espressa dalla “Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio”.
È stato approvato dalla Assemblea di Montecitorio il testo unificato AC 107 delle proposte di legge (AC 569, AC 868, AC 2171, AC 2255) in materia di “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, noto anche come DdL Zan, dal nome del suo relatore in Aula.
Il provvedimento è passato con 265 sì e 193 no.
Il testo modifica il contenuto degli articoli 604 bis e 604 ter del codice penale, rubricati come “delitti contro l’uguaglianza”.
La proposta interviene prima di tutto sull’articolo 604/bis c.p., che attualmente contempla il reato di propaganda e istigazione alla violenza o ad atti di provocazioni per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, estendendo le pene previste per questi reati, anche a chi propaganda idee, istiga alla discriminazione, alla violenza e alla provocazione per ragioni di discriminazione fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.
Le pene previste vanno da un minimo di 1 anno e sei mesi fino a 4 anni.
Il testo introduce inoltre l’aggravante speciale attraverso la modifica del primo comma dell’articolo 604/ter c.p. Aggravante che comporta l’aumento della pena fino alla metà, quando il reato è commesso per finalità discriminatorie basate sul sesso, genere, orientamento sessuale e disabilità.
In base al disegno di legge approvato, le condotte previste dagli articoli citati. diventano quindi reati anche qualora siano connotate da omo-lesbo-bi-transfobia e misoginia. Saranno punite anche le discriminazioni e le violenze per motivi legati alla disabilità: tutela, quest’ultima, inserita durante l’esame in Aula.
Il testo approvato intende modificare inoltre l’articolo 90 quater del codice penale, relativo alle condizioni di particolare vulnerabilità: le vittime di un reato di discriminazione o di violenza per motivi legati ai fattori protetti potranno così godere di particolari tutele durante il processo.
Tra le “azioni positive” di prevenzione, il testo istituisce infine la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, che si celebrerà il 17 maggio di ogni anno, e prevederà iniziative di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado.
“Con l’approvazione del ddl Zan – ha commentato la “Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio” – il Parlamento si appresta finalmente a porre rimedio ad un ritardo di decenni del nostro Paese in fatto di protezione dei diritti umani e discriminazioni, e lancia un messaggio chiarissimo a tutta la società italiana: piena cittadinanza di tutte le persone davanti alla legge, come sancito dall’articolo 3 della Costituzione. Nessuna cittadinanza, invece, per crimini d’odio e prassi discriminatorie: non più, non in Italia”.
L’auspicio, ora, è che l’esame al Senato proceda speditamente per arrivare senza esitazioni alla approvazione della nuova legge.