Nel 2021 ogni giorno gli italiani hanno compiuto circa 322mila atti di pirateria di libri: + 5% sul 2019. Persi 13.100 posti di lavoro.
I RECENTI SEQUESTRI DI CANALI SOCIAL
A riaccendere l’attenzione sulla “pirateria editoriale” è servita la recente operazione del Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di finanza ha portato al sequestro di 32 canali social tra Telegram, Facebook, Instagram e Twitter. Su questi canali, venivano, infatti, diffusi illegalmente settimanali,mensili e riviste specializzate. Operazione che, tre l’altro, ha ricevuto il plauso del sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles.
Queste attività illegali avevano raggiunto una platea di oltre 500mila lettori quotidiani. Per questo il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del tribunale di Roma le ha bloccate nel minor tempo possibile.
LA PIRATERIA NEL MONDO DEL LIBRO. CRESCITA DEL FENOMENO E STRUMENTI DI CONTRASTO
E’ stata presentata ieri 29 marzo, da AIE (Associazione degli editori di libri) la seconda indagine IPSOS – commissionata dalla stessa AIE – dal titolo: “La pirateria nel mondo del libro. Crescita del fenomeno e strumenti di contrasto”.
I PRIMI DATI ALLARMANTI
E’ pari a 771 milioni di euro il mancato fatturato che la pirateria sottrae ogni anno all’editor ia libraria, pari al 31% del mercato complessivo (escludendo il settore scolastico e l’export).
Durante la pandemia è cresciuta la pirateria nel mondo del libro: nel 2021 322mila atti illegali al giorno, in crescita del 5% rispetto al 2019.
Per il sistema Paese, ovvero calcolando anche l’indotto quali la logistica, i servizi e altro, la perdita è di 1,88 miliardi. per il fisco 322 milioni ogni anno.
Valori che si traducono in una mancata occupazione per 5.400 persone nella filiera editoriale, 13.100 posti con l’indotto.
Ma andiamo più nello specifico:
LE DIMENSIONI DEL FENOMENO
Rispetto alla precedente indagine del 2019 sono stati raffinati gli strumenti di rilevazione del fenomeno e per questo motivo non tutti i dati sono comparabili.
Significa 322mila atti di pirateria compiuti ogni giorno ai danni del mondo del libro.
Nel 2021 ha compiuto almeno un atto di pirateria riguardante il libro di varia (romanzi e saggi) il 35% (era il 36% due anni fa) della popolazione sopra i 15 anni.
Tra questi: l’81% degli studenti universitari (era l’80% due anni fa), il 56% dei professionisti (era il 61%).
I DANNI AL SETTORE
Settore della varia
La pirateria è diffusa in tutto il mondo editoriale librario: le vendite perse nel settore della varia sono pari a 36 milioni di copie l’anno, per un mancato fatturato di 423 milioni di euro.
Settore universitario
Le copie (libri a stampa e digitali) perse nel settore universitario sono 6 milioni, pari a un fatturato di 230 milioni di euro.
Settore professionale
Quelle nel settore professionale – libri, ebook e banche dati – sono pari a 2,8 milioni di copie, con una perdita a valore di 118 milioni di euro.
Perdite per canale di vendita
Se si guarda al mancato fatturato per canale di vendita, le librerie fisiche perdono in un anno 243 milioni di euro.
Gli store online hanno un mancato fatturato (libri a stampa e digitali) di 455 milioni e ci sono 73 milioni di mancati ricavi per abbonamenti a servizi di audiolibri o ebook.
CHI SONO I PIRATI
Oltre un italiano su tre (il 35% della popolazione sopra i 15 anni), ha compiuto almeno un atto di pirateria editoriale nell’ultimo anno.
Nello specifico:
- il 23% ha scaricato gratuitamente almeno una volta un ebook o audiolibro da siti o fonti illegali su Internet.
- Il 17% ha ricevuto da amici/familiari almeno un ebook.
- Il 7% ha ricevuto da amici/conoscenti almeno un libro fotocopiato.
- Il 6% ha ricevuto da amici un abbonamento o codici di accesso per usufruire di ebook e audiolibri.
- Il 5% ha acquistato almeno un libro fotocopiato.
PICCO DI ATTI ILLECITI TRA STUDENTI UNIVERSITARI E PROFESSIONISTI
Se si guarda ai settori specifici dell’editoria universitaria e degli utenti dell’editoria professionale, la situazione è più allarmante.
Settore universitario
Ha compiuto nell’anno almeno un atto di pirateria l’81% degli studenti universitari. Mediamente, ognuno di questi utenti ha piratato oltre 10 testi (10,6).
Settore professionale
Se prendiamo invece in considerazione l’universo dei liberi professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri), il 56% di costoro ha compiuto almeno un atto di pirateria nell’ultimo anno, con una media di 9,3 atti ciascuno.
CHE FARE?
L’ampiezza del fenomeno impone un’azione di contrasto che passa attraverso la repressione dei fenomeni illegali, l’educazione degli utenti, la conferma del sostegno alla domanda legale di informazione e cultura attraverso strumenti come la 18App.
Inoltre, il bonus per le biblioteche e iniziative nelle scuole come #ioleggoperché.
Nei confronti di chi fa business sui contenuti illegali bisogna rendere impossibile nascondersi dietro l’anonimato della Rete e riflettere sugli effetti negativi dell’attenuazione delle pene.
CALA LA PERCEZIONE DI COMMETTERE ATTI ILLECITI
Ma tutto questo non basta, si presenta un nuovo pericolo alla difesa del diritto d’autore.
Negli ultimi due anni è calata la percentuale delle persone che si dicono consapevoli del fatto che gli atti di pirateria sono illeciti o illegali (dall’84% all’82%).
Mentre è aumentata dal 66% al 68% la percentuale di chi ritiene improbabile essere punito. Le persone devono essere consapevoli che stanno commettendo un illecito e sapere che per questo possono essere punite.