Protette dall’Unesco sono ora minacciate dalle conseguenze dell’epidemia. Sui 227 titolari di concessione non tutti hanno riaperto alla fine del lockdown.
Le «scatole verdi» piene di libri, affiche e cartoline d’epoca, fissate al muretto del Lungosenna, sono uno dei simboli di Parigi.
I bouquinistes (da ‘bouquin’, che vuol dire libro in linguaggio familiare), i rivenditori di libri usati e antichi lungo le rive della Senna a Parigi, con le loro tradizionali bancarelle fanno parte della capitale francese dal XVI secolo e ora stanno per diventare patrimonio dell’Unesco.
Ma il mestiere del bouquiniste è sempre più a rischio, minacciato non solo dai tanti souvenir e portachiavi a forma di Tour Eiffel o Notre Dame che alcuni librai sono talvolta obbligati a vendere per sopravvivere, ma ora anche dal “dopo Covid-19”. Sui 227 titolari di concessione non tutti hanno riaperto alla fine del confinamento e, tra quelli che l’hanno fatto alcuni hanno richiuso qualche giorno dopo la riapertura perché il giro d’affari non era sufficiente a far tornare i conti.
Pensare che questa attività storica risulta codificata dal 1577. Sarebbe un peccato se dovesse sparire, cancellata dall’e-commerce e dalla disaffezione del pubblico per i libri antichi.
Jéròme Calais, presidente dell’associazione culturale dei bouquinistes di Parigi (riconvertito a questo lavoro che svolge nei pressi del Pont-Neuf) in una intervista rilasciata a Le Figaro, ha raccontato, che tutta la categoria è stata duramente colpita dalla crisi economica, causata dalla emergenza sanitaria.
Il coronavirus ha assestato loro un’altra batosta dopo le penalizzazioni già subite a causa delle manifestazione di protesta contro il governo organizzate dai gilet gialli durante i weekend dello scorso anno.
Per salvare il loro lavoro i circa 200 librai «a cielo aperto» del Lungo Senna confidano nell’Unesco. A febbraio 2019 il Ministero della cultura francese ha dato il via libera all’inserimento dei bouquinistes nel registro nazionale, tappa obbligatoria per l’iscrizione di questo antico mestiere nel patrimonio immateriale dell’Unesco. Un marchio che darebbe loro una boccata d’ossigeno.
Basterà per salvare la tradizione di questo antico mestiere tipicamente parigino?
(Foto in alto: la “bottega” di un bouquiniste sul Lungosenna a Parigi, tratta da www.ilgiornaledellarte.com)
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