ROMA (ITALPRESS) – Raccontare i fatti attraverso un libro, per spiegare come funziona il sistema della giustizia a chi ne è fuori: cittadini e togati. Questo è l’obiettivo che Luca Palamara e Alessandro Sallusti si sono posti scrivendo “Il Sistema”, best seller 2021 che presto diventerà anche uno spettacolo teatrale, e al centro dell’intervista di Claudio Brachino all’ex presidente dell’Anm per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia Italpress.
“Deve essere chiaro che il mio racconto è per i magistrati, perchè tanti di loro che fanno processi ogni giorno e mandano avanti la macchina della giustizia non fanno parte del sistema. Il sistema riguarda la gestione del potere”, ha detto il magistrato in aspettativa, come ci tiene a spiegare (“ex lo lascio ad altri”). “Il successo del libro assolutamente non me lo aspettavo – ha sottolineato Palamara -. Ho sentito il dovere, in un momento particolare della mia vita, di dare una risposta ai tanti magistrati che mi chiedevano di raccontare la vera storia, di come erano andate le cose all’interno della magistratura e nelle correnti. Non mi aspettavo che ci fosse questa particolare attenzione al racconto ma è vero che i cittadini, a torto o ragione, per vicende vissute, vogliono capire i meccanismi interni della magistratura, perchè i processi sono lenti, perchè ci sono situazioni che non funzionano”.
“Nel 1948 i padri costituenti vollero una magistratura autonoma e indipendente – ha proseguito -. Io penso sia un caposaldo ma come viene gestita questa autonomia e indipendenza? Viene gestita dalle correnti, che sono il meccanismo di un potere interno alla magistratura. Proprio da qui parte il racconto. Chi non fa parte di questo meccanismo interno alla magistratura viene tagliato fuori”. Un racconto che spiega il potere dall’interno e da chi lo ha visto contrapporsi alla politica, quando ricopriva il ruolo di presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Dal 2008 al 2012 quando la magistratura veniva percepita in contrapposizione con la politica. In quel ruolo ho vissuto una esperienza che definisco una sorta di opposizione politica in quegli anni, la vera opposizione. Il nemico politico di quegli anni era ben definito e individuabile. Nel 2008 il governo di centrodestra, guidato da Berlusconi, nasce a seguito della caduta del governo Prodi, a causa di un’inchiesta giudiziaria. Sono anni nei quali le riforme del centrodestra e di Berlusconi vengono temute come punitive nei confronti della magistratura, sono anni nei quali la magistratura si illude di risolvere il problema processando Berlusconi, sono gli anni in cui l’Anm deve tenere la barra dritta e difendere l’indipendenza dei giudici”.
Proprio per questo, secondo Palamara c’è bisogno di una riforma, di cui “la politica deve assumersi la responsabilità”.
(ITALPRESS).
“Deve essere chiaro che il mio racconto è per i magistrati, perchè tanti di loro che fanno processi ogni giorno e mandano avanti la macchina della giustizia non fanno parte del sistema. Il sistema riguarda la gestione del potere”, ha detto il magistrato in aspettativa, come ci tiene a spiegare (“ex lo lascio ad altri”). “Il successo del libro assolutamente non me lo aspettavo – ha sottolineato Palamara -. Ho sentito il dovere, in un momento particolare della mia vita, di dare una risposta ai tanti magistrati che mi chiedevano di raccontare la vera storia, di come erano andate le cose all’interno della magistratura e nelle correnti. Non mi aspettavo che ci fosse questa particolare attenzione al racconto ma è vero che i cittadini, a torto o ragione, per vicende vissute, vogliono capire i meccanismi interni della magistratura, perchè i processi sono lenti, perchè ci sono situazioni che non funzionano”.
“Nel 1948 i padri costituenti vollero una magistratura autonoma e indipendente – ha proseguito -. Io penso sia un caposaldo ma come viene gestita questa autonomia e indipendenza? Viene gestita dalle correnti, che sono il meccanismo di un potere interno alla magistratura. Proprio da qui parte il racconto. Chi non fa parte di questo meccanismo interno alla magistratura viene tagliato fuori”. Un racconto che spiega il potere dall’interno e da chi lo ha visto contrapporsi alla politica, quando ricopriva il ruolo di presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Dal 2008 al 2012 quando la magistratura veniva percepita in contrapposizione con la politica. In quel ruolo ho vissuto una esperienza che definisco una sorta di opposizione politica in quegli anni, la vera opposizione. Il nemico politico di quegli anni era ben definito e individuabile. Nel 2008 il governo di centrodestra, guidato da Berlusconi, nasce a seguito della caduta del governo Prodi, a causa di un’inchiesta giudiziaria. Sono anni nei quali le riforme del centrodestra e di Berlusconi vengono temute come punitive nei confronti della magistratura, sono anni nei quali la magistratura si illude di risolvere il problema processando Berlusconi, sono gli anni in cui l’Anm deve tenere la barra dritta e difendere l’indipendenza dei giudici”.
Proprio per questo, secondo Palamara c’è bisogno di una riforma, di cui “la politica deve assumersi la responsabilità”.
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