OpenAI e il futuro del giornalismo digitale: la sfida del New York Times

OpenAI nel mirino del noto giornale americano per l'uso di contenuti giornalistici: diritto d'autore e nuove frontiere dell'AI

Il panorama mediatico sta vivendo una trasformazione radicale con l’ingresso di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (AI), una rivoluzione che ha portato il New York Times a intentare una causa contro OpenAI e Microsoft. La famosa testata giornalistica accusa le due aziende di utilizzare illegalmente i suoi articoli per addestrare chatbot basati su AI, una pratica che, secondo il Times, sottrae traffico e lettori, minacciando il suo modello di business. La questione solleva importanti interrogativi sul diritto d’autore nell’era digitale e sul ruolo dell’AI nel giornalismo.

Parallelamente, OpenAI ha annunciato l’introduzione di “OpenAI Data Partnerships”. Questa iniziativa mira a collaborare con varie organizzazioni per produrre dataset sia pubblici che privati per l’addestramento di modelli di AI. L’obiettivo è di comprendere in modo più approfondito i diversi settori, culture e lingue, attraverso un dataset di addestramento il più ampio possibile. L’idea è che includere i contenuti di una determinata organizzazione possa rendere i modelli AI più utili e informati in quel particolare dominio.

In questo solco, OpenAI ha già stretto partnership significative, come quella con il Governo Islandese e Miðeind ehf (una startup di Reykjavík specializzata in applicazioni di elaborazione del linguaggio naturale e intelligenza artificiale) per migliorare la capacità di GPT-4 di parlare islandese, e con la Free Law Project, per democratizzare l’accesso alla comprensione legale includendo una vasta raccolta di documenti legali nell’addestramento AI.

Sul fronte dei media, una svolta notevole è rappresentata dalla partnership globale tra OpenAI e Axel Springer, volta a rafforzare il giornalismo indipendente nell’era dell’AI. Questa collaborazione arricchirà l’esperienza degli utenti di ChatGPT aggiungendo contenuti recenti e autorevoli su una varietà di argomenti, valorizzando il ruolo dell’editore nel contribuire ai prodotti di OpenAI. Gli utenti di ChatGPT riceveranno riassunti di contenuti notiziari globali selezionati dai brand di Axel Springer, con attribuzioni e link agli articoli originali per trasparenza e informazioni aggiuntive.

La sfida lanciata dal New York Times sottolinea la tensione crescente tra i media tradizionali e l’industria tecnologica, ponendo interrogativi cruciali sull’utilizzo delle tecnologie AI nella creazione di contenuti e nel giornalismo. La risposta a questa sfida definirà il futuro del giornalismo nell’era dell’informazione digitale e dell’AI.

Tornado al caso di cronaca di questi giorni, la rivendicazione principale del New York Times è che OpenAI e Microsoft stiano cercando di approfittare degli investimenti e del lavoro giornalistico della famosa testata utilizzando i suoi contenuti per creare prodotti che si sostituiscono al Times sottraendogli traffico e lettori. Secondo il Times, l’uso dei suoi articoli per l’addestramento dei chatbot rappresenta dunque un’infrazione del diritto d’autore che potrebbe valere miliardi di dollari di danni.

OpenAI, da parte sua, ha affermato che le trattative per evitare una causa e consentire “uno scambio di valore reciprocamente vantaggioso” con il famoso giornale americano non sono state fruttuose, dichiarandosi sorpresa e delusa da questo sviluppo. visto che che le conversazioni con il New York Times erano in corso e si stavano muovendo in avanti in modo costruttivo.

Questa causa segue altre azioni legali simili intraprese da autori e organizzazioni editoriali contro l’uso delle proprie opere per addestrare i modelli di intelligenza artificiale senza permesso o compensazione. Ad esempio, autori come George RR Martin e altri scrittori di bestseller hanno presentato una causa collettiva contro OpenAI, accusando la startup di violare i loro diritti d’autore per alimentare ChatGPT.

In ogni caso, la causa del New York Times mette sicuramente in evidenza le tensioni emergenti tra i media tradizionali e l’industria tecnologica riguardo al ruolo e all’uso delle tecnologie AI nel giornalismo e nella creazione di contenuti.

L’immagine di copertina è stata creata con un sistema di intelligenza artificiale