Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha istituito la ‘Consulta permanente per il contrasto ai crimini d’odio ed ai discorsi d’odio’. In Germania, dal 1 Gennaio 2018, una legge prevede sanzioni fino a 50 milioni di euro per la non rimozione dei contenuti “infamanti”.
IN ITALIA
La Consulta permanente, spiega una nota pubblicata sul sito del ministero, svolgerà attività di supporto e consultiva rispetto a interventi e iniziative del Ministero della Giustizia sia in ambito nazionale sia a livello di Unione Europea. Presenterà relazioni e proposte, anche sulla base di monitoraggi e analisi dei fenomeni, per offrire elementi di valutazione circa l’impatto nel contrasto delle condotte discriminatorie.
Della Consulta, coordinata dal Capo di Gabinetto Elisabetta Cesqui, faranno parte i rappresentanti delle Associazioni, Agenzie, Comunità, Fondazioni e Unioni religiose, rappresentative dei diversi ambiti di contrasto alle condotte d’odio e che hanno già fornito il loro contribuito nel corso dei precedenti incontri. Il Gruppo sarà completato, per il Ministero della Giustizia, dai Capi dei quattro Dipartimenti e dalla Responsabile dell’Ufficio per il Coordinamento dell’Attività Internazionale.
La necessità di istituire uno specifico gruppo di lavoro consultivo permanente nasce dalla esperienza positiva delle riunioni promosse dal Ministro con le associazioni impegnate nel contrasto ad ogni tipo di discriminazione. Durante questo ciclo di riunioni si è sempre ribadita la necessità di responsabilizzare le piattaforme internet per costruire all’interno della Rete stessa gli anticorpi per arginare il fenomeno, per fare un fronte unico contro gli odiatori, ma anche sanzionare all’interno del luogo in cui si svolgono i reati.
La Consulta proseguirà il lavoro del ‘Tavolo Interistituzionale per la lotta all’odio e all’intolleranza sul web’, costituito il 10 aprile 2013 e coordinato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, con il fine di condividere le esperienze realizzate dalle Istituzioni coinvolte e, soprattutto, quello di individuare obiettivi comuni in base ai quali programmare le azioni future. A tale scopo il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio aveva aperto il sito dedicato nohatespeech.it, ove è possibile fare una segnalazione come vittima o testimone di una discriminazione.
Spot istituzionale campagna italiana No Hate Speech
IN GERMANIA
E’ da poco entrata in vigore una legge per combattere l’hate speech online. I social network con più di due milioni di utenti come Facebook, YouTube, Instagram e Twitter devono rimuovere i post offensivi, definiti come “materiale abusivo evidentemente illegale”, entro 24 ore. Dal 1° gennaio 2018, se non lo faranno nei tempi e le modalità prestabilite, potranno incorrere in multe fino a 50 milioni di euro.
Si tratta della prima legge al mondo sui contenuti offensivi che affida a un gruppo di 50 dipendenti del Ministero della giustizia il compito di monitorare i social per verificare la corretta applicazione della legge.
Il governo tedesco sostiene che la nuova normativa, il Network Enforcement Act (NetzDG), sia di fondamentale importanza per contrastare la crescita del 300% dei “crimini d’odio digitali” registrata nel corso degli ultimi anni.
La legge, nello specifico, definisce “illegali” i contenuti che violano alcuni degli articoli del Codice Penale tedesco come quelli inerenti la diffamazione, la violazione della privacy attraverso fotografie, l’incitamento pubblico al crimine, la falsificazione, la formazione di organizzazioni terroristiche o criminali e la diffusione di scene di violenza.
L’articolo 1 esclude da tale obbligo “le piattaforme con offerte editoriali giornalistiche”, che sono sotto la responsabilità dello stesso fornitore di servizi e, pertanto, non considerate ‘reti sociali’ ai sensi della legge stessa.