La Data Protection Commission (DPC), l’organo irlandese che si occupa della protezione dei dati personali in Europa, ha nuovamente sanzionato Whatsapp per violazione della privacy.
L’inizio dei richiami
Già nel 2018, la noyb, organizzazione austriaca no-profit che tutela la privacy dei cittadini europei, aveva richiamato il colosso della messaggistica, insieme a Facebook e Instagram, sul tema del consenso forzato al trattamento dati. In seguito alla stretta sulle normative Ue riguardanti la privacy, Meta aveva aggirato la richiesta di un consenso esplicito per la trattazione di dati a fini pubblicitari.
Promesse non mantenute
Nel 2021 le autorità impongono nuove sanzioni. Whatsapp promette futuri cambiamenti sul proprio sistema di privacy quando già molti clienti gli hanno voltato le spalle preferendo altre piattaforme, come Telegram e Signal.
È da anni, quindi, che Whatsapp tenta di bypassare le leggi del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati). La somma a cui ammonta oggi la multa da pagare è di 390 milioni di euro.
Le ultime sanzioni
L’ultima richiesta che l’Irlanda presenta all’applicazione figlia di Meta, oltre a ricordarle di rivedere la sua policy sulla privacy, è quella di migliorare i propri servizi senza forzare i suoi clienti ad accettare che i dati personali siano utilizzati senza molti scrupoli.
La replica
Whatsapp replica alle accuse dicendo che è “fermamente convinta che il modo in cui i propri servizi operano sono tecnicamente e legalmente conformi”. Malgrado questa risposta, la DPC rimane ferma sulla sua posizione dopo ben 4 anni e mezzo di continue sanzioni senza alcun seguito. Entro i 6 mesi l’app di messaggistica deve intervenire sulle sue policy.
Articolo di T.S.