Il 5G, la rete mobile di ultima generazione, è pronto per il mercato, tanto che la Ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, spinge: “Dobbiamo passare dalle sperimentazioni alla commercializzazioni”. La fase di sperimentazione, infatti, è terminata il mese scorso, i test sono stati ultimati e sono già passati 5 anni dal debutto della nuova tecnologia in cinque città pilota (Torino, L’Aquila, Bari-Matera, Prato e Milano).
La nuova tecnologia permetterebbe implementazioni importanti non solo per gli smartphone, ma anche in campi come l’industria, l’economia, il turismo e l’agricoltura. Tutti settori che potranno sfruttare il 5G per essere più competitivi anche a livello internazionale. I test hanno dato ottimi risultati, tanto che Pisano aveva commentato soddisfatta:
È necessario comprendere che questo tipo di trasformazione permetterà il rilancio del Paese (infatti spingerebbe il Pil di 80 miliardi di euro) soprattutto dopo la conferma della totale assenza di pericoli per la salute, assicurata anche dalla Ministra. Dagli studi a disposizione emerge che il 5G “non ha impatti negativi sulla salute dei cittadini”, ribadisce la titolare dell’Innovazione. Anzi rispetto alla versione precedente (il 4G) può essere anche “meno impattante”. Infatti, la nuova rete si arriva su necessità, va dove serve, mentre la ‘vecchia’ è più dispendiosa a livello di onde, “irradia in modo diffuso”, chiarisce la Ministra.
In tempi recenti, proprio durante il lockdown, ci sono stati più di 500 Comuni in cui sono state emesse ordinanze impeditive delle realizzazioni di reti radio-mobili 5G ma anche 4G. Da qui la norma inserita nel decreto Semplificazioni per vietare ai primi cittadini di mettere limitazioni.
Luigi Gubitosi, parlando come vicepresidente per il digitale di Confindustria, definisce “piuttosto fantasiose” le ipotesi sui diversi effetti del 5G rispetto alle altre tecnologie. E avverte: “abbiamo i limiti elettromagnetici più bassi d’Europa, il 5G è necessario. Altrimenti nel giro di un paio di anni rischiamo di avere delle congestioni”. Per Gubitosi però bisogna allargare lo sguardo oltre i confini nazionali, agendo in Ue.