Il provvedimento passa all’esame dell’altro ramo del Parlamento.
È arrivato nella pomeriggio del 22 febbraio l’ok definitivo dell’Aula della Camera dei deputati al Disegno di Legge di conversione del Decreto Milleproroghe, che proroga al 2022 diverse scadenze originariamente previste per la fine dell’anno scorso.
La Camera aveva già confermato, nella giornata precedente, il testo presentato dal governo (AC 3431-A/R).
sul quale l’esecutivo ha posto il voto di fiducia. Il provvedimento è passato con 320 favorevoli, 42 contrari, e 1 solo astenuto.
Il testo del decreto mille proroghe, come uscito dalla Camera, verrà ora sottoposto all’analisi del Senato (AS 2536),per l’approvazione definitiva.
Il Disegno di legge è stato assegnato alla 1ª Commissione permanente – Affari Costituzionali in sede referente lo stesso 22 febbraio scorso, ma non è ancora iniziato l’esame.
Visto l’andamento alla Camera e considerato il poco tempo per la conversione in legge (il decreto decade il 1° marzo) è molto probabile, se non sicuro, il ricorso ad un nuovo voto di fiducia.
Il maxi-emendamento governativo comprende le modifiche apportate in Commissione al testo originario.
Pertanto restano validi gli emendamenti approvati sull’articolo 14, commi 1 e 2, comma 2-bis, comma 2-ter, comma 4-bis, comma 4-ter.
Per l’analisi di tali misure, rimandiamo al nostro precedente articolo: “Contributi editoria nel Milleproroghe 2022: ecco gli emendamenti approvati”.
Tra i tanti i correttivi richiesti spicca il rinvio delle rateazioni scadute al Fisco per le imprese in difficoltà per la pandemia.
C’è tempo fino al 30 aprile per presentare la richiesta di dilazione delle cartelle esattoriali e rinvio dei termini per restituire i prestiti Covid.
L’obiettivo è quello di allungare i tempi dei benefici concessi dall’emergenza Covid soprattutto per andare incontro alle aziende in crisi.
Ai tempi del primo lockdown, il governo Conte aveva congelato le scadenze per pagare cartelle e accertamenti esecutivi fermando la macchina della riscossione. In questo beneficio erano rientrati anche quelli che non avevano rispettato i pagamenti prima della “data Covid”, l’8 marzo 2020.
In un secondo momento, spiega il “Messaggero”, il dilazionamento era stato reso possibile con una nuova richiesta entro il 31 dicembre 2021.
Ora il Milleproroghe offre la possibilità di fare domanda di rateazione entro il 30 aprile. Il beneficio, in questo caso, si perderà però dopo cinque rate non pagate e non, come accadeva in precedenza, dopo dieci.
Stesso beneficio anche per i prestiti fino a 30mila euro alle piccole imprese. In questo caso si prevede una scadenza per il rimborso del capitale, che scatta non prima dei 24 mesi dall’erogazione: prima si pagano solo gli interessi. In questo caso, sarà possibile prolungare il temine di altri sei mesi.
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