Meta, il colosso della tecnologia di Mark Zuckerberg, riceve nuove denunce in Europa. Il motivo della nuova causa starebbe nella modifica della policy per l’utilizzo dei dati personali degli utenti per l’addestramento di una tecnologia IA.
Noyb, il centro europeo austriaco per i diritti digitali, ha presentato le denunce degli 11 Paesi Ue che si schierano contro Meta chiedendo di interrompere l’uso illegale dei dati personali.
Il caso nasce da un recente annuncio di Meta, nel quale informa gli utenti europei del cambio di policy sul trattamento dei dati personali. Nella notifica apparsa sui social della Big Tech si dichiara che a partire dal 26 giugno il colosso raccoglierà tutti i dati pubblici (e non) degli utenti per una non ben identificata e definita “tecnologia di IA”.
Secondo Noyb, Meta avrebbe intenzione di raccogliere dati a partire dal 2007 fino a quelli più recenti e condividerne anche il contenuto con una terza parte non specificata. Le modifiche annunciate coinvolgerebbero 4 miliardi di utenti Meta, tra i quali vi sarebbero account inattivi da anni che contengono ancora quantità enormi di dati.
Max Schrems, fondatore di Noyb, commenta: “Meta sta sostanzialmente dicendo che può utilizzare ‘qualsiasi dato da qualsiasi fonte per qualsiasi scopo e renderlo disponibile a chiunque nel mondo’, purché ciò avvenga tramite la ‘tecnologia AI’. Questo è chiaramente l’opposto della conformità al GDPR. ‘Tecnologia AI’ è un termine estremamente ampio. Proprio come ‘utilizzare i vostri dati nei database’, non ha un vero e proprio limite legale“.
I Paesi che hanno presentato le denunce (Italia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia e Spagna) e l’organizzazione Noyb puntano al blocco della nuova policy prima che entri in vigore a fine giugno.
Nonostante Meta dia un’opzione di “opt-out”, Noyb replica che “l’obiezione è una farsa”, vista la procedura che gli utenti sono obbligati a fare per tutelare la loro privacy.
Infatti, è necessario compilare un form che richiede persino di esplicitare le ragioni personali in maniera obbligatoria. Chiedere e specificare il perché dell’opposizione invece che chiedere il consenso è una pratica inaccettabile per gli 11 Paesi e per Noyb.
“Spostare la responsabilità sull’utente è completamente assurdo. La legge impone a Meta di ottenere il consenso, non di fornire un modulo di opt-out nascosto e fuorviante. Se Meta vuole usare i vostri dati, deve chiedere il vostro permesso. Invece, gli utenti devono implorare di essere esclusi”, conclude Schrems.
Articolo di T.S.
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