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Mattarella nel Giorno della Legalità ricorda “tutti gli uomini e le donne uccisi dalla mafia”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla cerimonia commemorativa in occasione dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri 23 maggio 2021, si è recato a Palermo in occasione dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Il ‘Giorno della Legalità’

Il Presidente Mattarella è intervenuto alla cerimonia commemorativa che si è svolta nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone. 

Una ricorrenza divenuta Giorno della Legalità, in ricordo di tutte le vittime di mafia.

Il ricordo di Mattarella

Il Capo dello Stato ha voluto ricordare tutti i nomi delle persone uccise nel terribile attentato in cui trovarono la merte Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.  Cui fece seguito, qualche settimana più tardi, quello in cui furono assassinati Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone, in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio. (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

La lotta alla mafia

«La mafia, diceva Antonino Caponnetto, “teme la scuola più della Giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”», ha ricordato Mattarella.

«Una organizzazione criminale, che ha fatto di una malintesa, distorta e falsa onorabilità il suo codice di condotta, – ha sostenuto Il Presidente – in questi ultimi decenni ha perduto terreno nella capacità di aggregare e di generare, anche attraverso il terrore, consenso e omertà tra la popolazione».

Con queste premesse,  secondo Mattarella, la mafia non è invincibile. Può essere definitivamente sconfitta, realizzando così la lucida profezia di Giovanni Falcone.

Il pensiero a tutte le vittime della mafia

Il Presidente a voluto mandare un pensiero a tutte le vittime della mafia: «In questa giornata, così significativa e così partecipata, ricordiamo – nel nome di Falcone e Borsellino – tutti gli uomini e le donne che sono stati uccisi dalla mafia. Magistrati ed esponenti politici; sindaci e amministratori; giornalisti e testimoni; appartenenti alle forze dell’ordine e alla società civile; servitori dello Stato e cittadini che hanno detto no al pizzo; collaboratori di giustizia, loro familiari, persino persone che passavano per caso in un luogo di attentato».

«Il loro numero è impressionante, una lista interminabile, una scia di sangue e di coraggio, che ha attraversato dolorosamente la nostra storia recente. La loro morte ha provocato lutti, disperazione, sofferenze. Non li possiamo dimenticare.

Ognuno di loro ha rappresentato un seme. Il loro ricordo richiede decisi passi avanti verso la liberazione e verso il riscatto», ha dichiarato il Capo dello Stato.

Il Presidente Sergio Mattarella al carcere dell’Ucciardone,in occasione della cerimonia commemorativa dell’anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio. (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Un appello alle giovani generazioni

Infine, Mattarella ha voluto lanciare un appello  ai giovani:

«Cari ragazzi che ascoltate,

al contrario di quanto i mafiosi speravano, la conseguenza del sacrificio di Falcone, Borsellino e di chi si trovava con loro è stato il grande aumento della diffusione, permanente nel tempo, di una mentalità nuova, di consapevolezza e di rifiuto del fenomeno mafioso.

Provenendo da Punta Raisi si passa accanto al monumento che rammenta la terribile strage di Capaci: è un punto coinvolgente, di forte ricordo.

Voi giovani, che gridate no alle compromissioni, alle clientele, alle complicità, alla violenza, costituite un monumento vivo, dinamico e prezioso.

In voi si esprime la voce della società contro condizionamenti illeciti, intrighi, prepotenze, violenza sopraffattrice; la voce dell’Italia che chiede che tutti e ovunque possano sentirsi realmente e pienamente liberi nelle proprie scelte e nelle proprie iniziative. In definitiva, la voce della civiltà e della storia».

(Le foto sono tratte da www.quirinale.it)

uspi

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