L’Associazione Italiana Biblioteche ha prodotto un documento per chiedere al governo e a tutti coloro che hanno responsabilità di indirizzo o di gestione in materia di biblioteche e servizi culturali di considerare la ripartenza e il potenziamento del servizio bibliotecario pubblico.
L’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) ha pubblicato sul proprio sito internet un documento per stimolare il governo e tutti i vari responsabili istituzionali a livello nazionale e locale ad incentivare la ripartenza e il potenziamento del settore delle biblioteche pubbliche.
L’indagine ISTAT
L’Indagine ISTAT sulle biblioteche italiane – pubblicata il 23 aprile 2021 – rileva 7.425 biblioteche aperte al pubblico, una ogni 8.000 abitanti, escluse le biblioteche scolastiche e universitarie.
Le biblioteche censite hanno registrato complessivamente 50 milioni di accessi fisici, una media di 8.500 visite per biblioteca e 837 accessi ogni 1.000 abitanti, con 8 milioni di utenti attivi sempre ogni 1.000 abitanti.
Esiste almeno una biblioteca nel 58% dei comuni, con 18.600 addetti in totale, di cui circa 11.000 (il 59%) in possesso della qualificazione professionale di bibliotecario.
Si tratta dell’infrastruttura culturale più estesa e più utilizzata di tutte le altre, dai musei ai cinema, e di una delle reti di servizi pubblici o di pubblica utilità più capillare.
Il solito divario Nord – Sud
Il 58,3% di queste biblioteche si trova al Nord, dove si registrano anche gli orari di apertura più estesi, la maggiore dotazione di personale, sedi e attrezzature e le più alte statistiche d’uso, mentre solo il 17,5% e il 24,2% si trovano rispettivamente al Centro e al Sud.
La carenza di personale
Inoltre, sempre nel 2019, 4 addetti su 10, erano in servizio part-time e il 49% di essi erano volontari.
“Del resto, – si legge nel documento AIB – conoscevamo da tempo la drammatica carenza di personale bibliotecario nei nostri istituti e le innumerevoli situazioni di sotto-inquadramento, appalti al ribasso, sfruttamento del lavoro intellettuale dei bibliotecari e, in generale, dei professionisti della cultura”.
Durante la pandemia
Nel 2020, durante la pandemia, una biblioteca su tre di quelle censite ha chiuso.
Quelle che sono riuscite a restare attive e che, prima della pandemia, disponevano di sufficienti risorse e tecnologie, hanno moltiplicato la loro offerta di contenuti e servizi a distanza e in non pochi casi persino domiciliari, dimostrando tra l’altro di essere una delle risorse più avanzate a sostegno della cittadinanza attiva e della cittadinanza digitale.
“Le biblioteche sono aperte o non sono: sono strutture relazionali, servono ai cittadini di tutte le età, condizioni sociali, cultura e livelli di apprendimento, per informarsi, apprendere, fare ricerca, lavorare, incontrarsi, condividere attività e interessi, partecipare alla vita culturale. Devono accogliere i loro pubblici nelle loro sedi e nei loro ambienti digitali”, sottolinea la nota dell’Associazione.
Le richieste al governo
Infine, il documento si conclude con il riassunto delle principali richieste per il rilancio del settore.
In particolare, l’AIB chiede:
1. Di adoperarsi per la piena riapertura delle biblioteche, limitando le misure di contenimento della pandemia a quelle davvero necessarie (uso dei dispositivi di protezione, distanziamento ecc.), secondo quanto stabilito dal Governo nazionale e dalla Conferenza delle Regioni.
2. Di sviluppare i servizi bibliotecari con investimenti progettuali e finanziari ordinari sulle sedi, sulla qualificazione del personale addetto, sull’accrescimento qualitativo e quantitativo delle collezioni.
3. Di individuare nei bibliotecari professionisti una risorsa strategica per il funzionamento e lo sviluppo dei servizi bibliotecari.
4. Di sostenere lo sviluppo dei sistemi bibliotecari territoriali e di servizi bibliotecari di base, in particolare al Sud.
5. Di promuovere progettualità condivisa, a tutti i livelli.
6. Di rafforzare l’infrastruttura dei servizi bibliotecari nazionali, per realizzare una strategia efficace di cooperazione interbibliotecaria per la conservazione, fruizione e accesso a lungo termine al patrimonio documentario e ai servizi delle biblioteche italiane, ma anche per supportare lo sviluppo di nuove biblioteche.
7. Di utilizzare la rete delle biblioteche italiane come struttura portante di una azione nazionale di contrasto al “digital divide”.