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L’Unione Europea scende in campo contro la disinformazione online

Un “Codice di buone pratiche sul tema della disinformazione”, il sostegno a una rete indipendente di verificatori di fatti e l’adozione di una serie di azioni volte ad incentivare il giornalismo di qualità e promuovere l’alfabetizzazione mediatica.

Queste sono alcune delle misure che la Commissione europea propone per contrastare la disinformazione online e garantire la protezione dei valori e della sicurezza europei. Una iniziativa che, sottolinea una nota dell’esecutivo UE, alla luce delle “recenti rivelazioni del caso Facebook/Cambridge Analytica” dimostra “con estrema chiarezza come i dati personali possano essere sfruttati in contesti elettorali” ed è quindi opportuno “intervenire con maggiore decisione per garantire processi democratici solidi”.

Preoccupazioni condivise anche dai cittadini europei che, secondo l’ultima indagine di Eurobarometro, ritengono (l’83% degli intervistati) le notizie false un pericolo per la democrazia. Non è un caso che i mezzi di comunicazione tradizionali vengano ritenuti ancora più affidabili (radio 70%, TV 66%, stampa 63%) rispetto alle fonti di notizie online e ai siti web che pubblicano video, con tassi di fiducia rispettivamente del 26% e del 27%.

In base al Rapporto indipendente pubblicato nel marzo 2018 dal gruppo ad alto livello sulle notizie false e la disinformazione online e ad ampie consultazioni condotte nel corso degli ultimi sei mesi, la Commissione definisce la disinformazione quale “informazione rivelatasi falsa, imprecisa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico, e che può arrecare un pregiudizio pubblico”.

In una nota del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2018, vengono illustrate alcune misure proposte dalla Commissione per contrastare la disinformazione online:

1. Un codice di buone pratiche sul tema della disinformazione
Entro luglio, come primo passo, le piattaforme online dovrebbero mettere a punto e applicare un ‘Codice comune di buone pratiche’ con l’obiettivo tra le altre cose, di garantire trasparenza sui contenuti sponsorizzati soprattutto per i messaggi pubblicitari di natura politica, restringere il numero di possibili bersagli di propaganda politica, fare maggiore chiarezza in merito al funzionamento degli algoritmi e consentire verifiche da parte di terzi, applicare misure per identificare e chiudere gli account falsi e per affrontare il problema dei bot automatici, fare in modo che i verificatori di fatti, i ricercatori e le autorità pubbliche possano monitorare costantemente la disinformazione online.

2. Una rete europea indipendente di verificatori di fatti
La rete stabilirà metodi di lavoro comuni, scambierà le migliori pratiche e opererà per conseguire la più ampia copertura possibile di correzioni fattuali in tutta l’UE. I verificatori saranno scelti tra i membri dell’UE facenti parte della rete internazionale dei verificatori di fatti (International Fact Checking Network), che segue un rigido codice etico.

3. Una piattaforma online europea sicura sulla disinformazione
Una piattaforma che supporti la rete dei verificatori di fatti e i ricercatori del mondo accademico raccogliendo e analizzando dati a livello transfrontaliero, nonché dando loro accesso a dati riguardanti l’intera Unione Europea.

4. Promozione dell’alfabetizzazione mediatica
Una maggiore alfabetizzazione mediatica aiuterà gli europei a riconoscere la disinformazione online e ad accostarsi con occhio critico ai contenuti online. A questo fine la Commissione inviterà verificatori di fatti e organizzazioni della società civile a fornire materiale didattico a scuole e insegnanti e ad organizzare una settimana europea dell’alfabetizzazione mediatica.

5. Sostegno agli Stati membri
Sostegno nel garantire processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse, fra cui la disinformazione online e gli attacchi informatici.

6. Promozione di sistemi di identificazione online volontari
Sistemi di identificazione per migliorare la tracciabilità e l’identificazione dei fornitori di informazioni e promuovere maggiore fiducia e affidabilità delle interazioni online e dell’informazione stessa e delle sue fonti.

7. Sostegno all’informazione diversificata e di qualità
La Commissione invita gli Stati membri ad aumentare il loro sostegno al giornalismo di qualità, per un ambiente mediatico pluralistico, vario e sostenibile. Nel 2018 la Commissione lancerà un invito a presentare proposte per la produzione e la diffusione di notizie di qualità sui temi dell’UE tramite mezzi di informazione basati su dati.

Prossime tappe
A breve la Commissione convocherà un forum di soggetti interessati per realizzare un quadro operativo per una cooperazione efficace tra le parti interessate, tra cui le piattaforme online, l’industria della pubblicità e i principali inserzionisti, e per ottenere l’impegno a coordinare e intensificare gli sforzi per contrastare la disinformazione. Come già scritto in precedenza, il forum dovrebbe realizzare un Codice di buone pratiche a livello di UE sul tema della disinformazione, da pubblicarsi entro il luglio 2018, con l’obiettivo di ottenere un impatto misurabile entro l’ottobre 2018.

Entro il dicembre 2018 la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti, nella quale sarà esaminata la necessità di ulteriori attività per garantire il monitoraggio continuo e la valutazione delle azioni delineate.

uspi

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