Il convegno “L’Informazione nell’Era del 5G”, svoltosi a Napoli sabato 13 aprile presso il Polo dello Shipping, ha visto la partecipazione di illustri relatori e di una sala colma di ascoltatori.
Il Dott. Luigi Monfredi, Caporedattore TG1 Economia, ha aperto i lavori della giornata e ha moderato il convegno con considerazioni puntuali e interessanti: “Il 5G sarà il nuovo sistema nervoso che andrà a innervare tutte le nostre azioni quotidiane”.
I saluti di benvenuto sono stati fatti dal Prof. Ing. Edoardo Cosenza, Presidente Ordine Ingegneri della Provincia di Napoli, che ha ringraziato il Sen. Vito Claudio Crimi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria, per la partecipazione. L’Ing. Cosenza ha poi esposto come il tema della didattica del 5G sia fondamentale nella professione ingegneristica, didattica che non potrà essere frontale, poichè i docenti e gli studenti dovranno imparare insieme cosa fare e tendere al futuro insieme: “Il tema del 5G è un tema a cui gli ingegneri tengono moltissimo, faranno di tutto per diffondere questa cultura”.
La parola è poi passata all’Ing. Armando Zambrano, Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri. “Gli Ordini dovranno unire ancora di più impegno e capacità anche con altri soggetti che vorranno dialogare con loro.” È importante quindi dialogare con l’esterno e condividere le professionalità specifiche, poichè gli ingegneri stessi sono gli artefici del processo dell’innovazione in campo informativo. L’Ing. Zambrano ha poi sottolineato l’importanza della preparazione alle applicazioni del 5G, che copriranno gli ambiti più svariati.
Il moderatore Dott. Monfredi ha poi evidenziato l’importanza dell’aspetto umano ed etico nella gestione delle informazioni: “L’innovazione del 5G porterà la tecnologia 4.0, è importante quindi la governance degli ordini professionali in questa trasformazione.” Ha poi passato la parola all’ Ing. Daniele Luminari, Manager of Solution Delivery ICT Fastweb SpA, il quale ha spiegato in termini tecnici cosa significherà approcciarsi alla nuova tecnologia 5G, la quale “permetterà di connettere milioni di device per chilometro quadrato. Molte offerte saranno rivolte direttamente alle aziende che potrebbero creare app innovative in settori verticali. L’ambito industriale potrà giovare della nuova tecnologia, connettendo tutte le macchine che potranno inoltre essere controllate da remoto.”
L’Ing. Luminari ha poi precisato che “l’impatto sul mercato dei media sarà prevalentemente nella produzione dei contenuti e, all’estremo opposto, inciderà su chi fruisce dei contenuti poiché si avrà la possibilità di goderne in realtà aumentata. L’esperienza sarà totalmente innovativa e immersiva e permetterà di fruire di un contenuto in tempo reale.”
Subito dopo è intervenuto il Prof. Ing. Simon Pietro Romano, Managing Director Apple Developer Academy, che ha illustrato chiaramente come tutte le iniziative connesse al 5G non siano legate solo ad un solo settore, ma si estendano a varie discipline. Le sperimentazioni del 5G nei vari ambiti di applicazione sono molteplici, in Italia e in Europa. Inoltre l’Ingegnere ha chiarito che il 5G “non è la nuova rete cellulare, il 5G ha un’enorme fetta di applicazioni innovative, bisognerà cambiare la struttura della rete, ma non la struttura fisica perché gli operatori sono già bene attrezzati”.
Il Dott. Monfredi ha poi passato la parola al Prof. Avv. Francesco Saverio Vetere, Segretario Generale Unione Stampa Periodica Italiana, che ha immediatamente dichiarato: “non ci deve spaventare l’innovazione tecnologica. Però ci deve responsabilizzare. Ci siamo fatti trovare impreparati in diversi momenti di sviluppo delle tecnologie digitali. Quando sono arrivati smartphone, motori di ricerca, social media noi non li abbiamo saputi regolare e ancora adesso la regolamentazione è scarsa.” Quindi la domanda che sorge spontanea è “quando arriverà il 5g cosa faremo?”. Sarà sicuramente un salto importantissimo dal punto di vista tecnologico perché trasformerà il rapporto tra tecnologia, informazione e media.
Il Segretario generale ha poi sottolineato come ci sia “un ritardo del settore italiano, troppo ancorato alla stampa cartacea tradizionale, che non ha visto subito le potenzialità del nuovo settore nativo digitale”. Sicuramente un giornale digitale è più ricco, articolato e complesso e richiede più professionalità, ecco perché “di fronte allo sviluppo del 5G bisogna farsi trovare preparati”.
Vetere ha anche ripreso l’argomento trattato già durante gli Stati Generali dell’editoria (che sono considerati dal Segretario “un importante segnale da parte di questo Governo di voler intervenire nel settore dell’informazione”) di come le Istituzioni in momenti di trasformazione debbano essere rafforzate, per evitare il rischio di cadere nelle mani di soggetti che hanno come unico scopo la monetizzazione dei contenuti, con importante attenzione al mantenimento della tutela del sistema democratico che non deve comprimere la libertà di impresa e di stampa.
Inoltre il Segretario generale torna sulla questione degli Stati Generali dell’editoria, affermando che “durante i lavori non bisogna assumere degli atteggiamenti distruttivi, bisogna fare un lavoro costruttivo al massimo, superare gli effetti della Legge di bilancio, perché abbiamo bisogno di risultati. Se qualcuno assume atteggiamenti distruttivi fa male non al Governo, ma a tutto il settore dell’editoria”.
L’intervento del Dott. Carlo Verna, Presidente Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti ha voluto evidenziare come il lavoro dell’Ordine dei Giornalisti sia concentrato sulla deontologia e sulla formazione: “Soltanto la formazione, nel senso di competenza, legittimerà il giornalista professionale rispetto agli altri. Non sono spaventato da nessuna sfida che la tecnologia proporrà. È necessario cercare il punto di equilibrio perché l’impostazione umanistica-filosofica del giornalismo rimane la stessa. Il sistema di regole è l’unica cosa che possa mettere al riparo la comunità dai rischi del settore.” Il punto cruciale quindi per il Dott. Verna sta nella professionalità dei giornalisti, l’unico aspetto che può realmente garantire l’autenticità della notizia.
Sul finale il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti ha sollevato un interessante quesito che riguarda il, da lui definito, “Problema di capienza umana”, ovvero il continuo ed incessante arrivo di imput esterni (principalmente da device portatili) che crea situazioni di continuo impegno intellettivo e umano.
Tutti gli intervenuti si sono trovati d’accordo sul concetto espresso poi dal moderatore, il Dott. Monfredi: “In ogni cambiamento epocale c’è un periodo di transizione che va accompagnato nella sfera sociale e civica”.
Per tirare le file del convegno stesso è intervenuto puntualmente il Sen. Vito Claudio CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria. Dopo il consueto ringraziamento iniziale, Crimi ha evidenziato come l’etica sia uno dei temi fondamentali quando si parla di sviluppo tecnologico, poiché decisioni che finora venivano prese dall’intelletto umano, passeranno in mano ad algoritmi, programmati sì da umani, ma comunque con un ventaglio limitato di scelte.
“Tutte le ere vengono identificate con i materiali: questa è l’era dei dati. Il materiale in questo caso è immateriale, è il dato.” Il Sottosegretario, poi, si è interrogato sul valore che i cittadini tutti danno oggi ai propri dati e alla situazione odierna che vede crescere un vero e proprio mercato dei dati, che si vendono e si comprano.
Il Sottosegretario ribadisce inoltre il ruolo dello Stato nell’accompagnare i settori specifici quando avviene un cambiamento epocale, ma subito dopo si domanda: “Questo cambiamento epocale sta davvero iniziando adesso? O è già in atto da qualche anno?”. Il suo punto di vista si muove dall’idea che “il cambiamento è già avvenuto, forse non è stato interpretato, non se n’è accorto nessuno, neanche i Governi.”
Tornando poi a parlare degli Stati Generali dell’editoria, Crimi dichiara: “Se lo Stato deve esserci affinché il settore affronti questo passaggio, si deve arrivare a un risultato di autonomia e quindi aver interpretato correttamente il cambiamento epocale. Questo per me dovrebbe essere il risultato, l’obiettivo degli Stati Generali dell’Editoria.”
Crimi conclude con un breve accenno al problema dell’intermediazione che non è più seria ma che, ad oggi, è solo disintermediazione: non è deontologicamente corretta e compie un cattivo servizio per l’informazione. “La disintermediazione oggi è un fatto. Oggi è inevitabile”. Per il Sottosegretario, il giornalismo non può più essere solo “mediazione classica, ma deve essere qualcosa di più: approfondimento, qualità, professionalità. Così la professione non morirà mai e di conseguenza neanche i giornali.”
Come in ogni grande cambiamento epocale, le opinioni sono molte e il tavolo delle discussioni si è appena aperto. Gli attori sono numerosi e questo non può far altro che arricchire il confronto. Non si può prevedere il futuro dell’informazione, ma si può iniziare a lavorare per costruirlo insieme.