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Linee guida Ue per le app di tracciamento nazionali

Come preannunciato, nella giornata di ieri la Commissione Europea ha rilasciato, nel documento contente le strategie d’uscita (Exit-Strategy) dalla pandemia da Covid-19, delle linee guida riguardanti la creazione di app per il tracciamento dei contagi, sistema definito fondamentale per la fase 2 in cui, si spera, stiamo per entrare.

L’idea di base è quella di far lavorare ogni Stato membro sulla propria app di tracciamento con diversi standard tecnici (come sta già avvenendo nelle ultime settimane) che permetterà di tenere traccia della diffusione del contagio, ma anche di avvertire i cittadini di un rischio aumentato a causa del contatto con una persona ritenuta positiva per Covid-19. Ma ieri la Commissione Europea ha chiarito che tutte le app in via di sviluppo dovranno seguire delle regole comuni, stabilite appunto dall’UE:

  • L’utilizzo dell’app potrà avvenire solo su base volontaria;
  • La raccolta dati dovrà essere fatta in forma “anonima e aggregata” così da permettere agli utenti di essere i soli a “mantenere il controllo dei propri dati”;
  • Il tracciamento di prossimità ravvicinata tra i dispositivi mobili dovrà avvenire “nel rispetto delle norme sulla privacy e sulla protezione dei dati nell’UE”;
  • Dovranno essere “sviluppate in collaborazione con le autorità sanitarie nazionali” che quindi dovranno essere direttamente coinvolte nella progettazione del sistema;
  • Essere soggette a “stretti requisiti di trasparenza”;
  • Dovranno “essere disattivate non appena la crisi Covid-19 sarà terminata”, procedendo con la “cancellazione” di tutti i dati.

Le app, scrive Bruxelles, “possono aiutare a interrompere le catene di contagio in modo più rapido ed efficiente rispetto alle misure generali di contenimento, riducendo il rischio di diffusione massiccia del virus”, ecco perché sarebbe importante e sicuramente molto più utile l’adozione diffusa di un’app di riferimento paneuropea. La Commissione, in alternativa, auspica almeno l’interoperabilità e la condivisione dei risultati tra le app degli Stati membri, così da collaborare il più possibile nell’avvertire i cittadini.

Irene Vitale

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