ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi giorni la politica italiana sta discutendo sulla possibilità di istituire un salario minimo per i lavoratori. Un’idea che, nel complesso viene condivisa da quasi la metà della popolazione (46,4%), mentre il 29,3%, si dichiara d’accordo a condizione che vengano stanziati degli incentivi alle imprese. Da un punto di vista professionale, sono soprattutto i dipendenti e i disoccupati a condividere l’idea di un salario minimo “tout court”. Una condivisione “a prescindere” che diventa sempre più forte man mano che si scende nella penisola, fino a superare il 50% al Sud e a raggiungere il 65% nelle Isole e che coinvolge, a livello politico nazionale, i 3/4 degli elettori del Movimento 5 Stelle.
Tra provocazioni e proposte in discussione c’è anche quella di un’eventuale abolizione del reddito di cittadinanza per finanziare l’introduzione del salario minimo. Un’idea che trova il supporto del 58% della popolazione e diventa quasi totalitaria tra gli elettori di Lega e Fratelli d’Italia. Di parere contrario, ovviamente, gli elettori del Movimento 5 Stelle, anche se 1 su 4 sarebbe disposto a rinunciare al provvedimento simbolo del Movimento a favore di un salario minimo.
Tra provocazioni e proposte in discussione c’è anche quella di un’eventuale abolizione del reddito di cittadinanza per finanziare l’introduzione del salario minimo. Un’idea che trova il supporto del 58% della popolazione e diventa quasi totalitaria tra gli elettori di Lega e Fratelli d’Italia. Di parere contrario, ovviamente, gli elettori del Movimento 5 Stelle, anche se 1 su 4 sarebbe disposto a rinunciare al provvedimento simbolo del Movimento a favore di un salario minimo.
Dati Euromedia Research – Realizzato il 06/06/2022 con metodologia mista CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.
(ITALPRESS).