ROMA (ITALPRESS) – “In un paese civile non si dovrebbe morire di pioggia. Se accade così spesso significa che, fermi restando gli effetti dei cambiamenti climatici che enfatizzano gli eventi meteo estremi, non si è operato bene a livello di governo centrale, di Regioni, di enti locali e di enti con responsabilità sul tema”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, presentando le linee programmatiche del suo dicastero in audizione alle commissioni riunite della Camera, Ambiente e Attività produttive.
Per Pichetto “non è più tempo di passare sopra a illeciti urbanistici che possono trasformarsi in elementi di nuove tragedie”. Secondo il ministro, inoltre, “ci sono abusi e abusi, taluni gravi e altri ancora veniali. Chi ha compiti di vigilanza a tutti i livelli sul territorio deve evitare che si creino o aggravino situazioni di rischio. Il dissesto idrogeologico – ha continuato – è un’emergenza nazionale che lo Stato non ha saputo affrontare efficacemente, non è una battaglia di parte, non è una bandiera ideologica: deve essere un impegno di tutti noi al Governo, in Parlamento, nelle Regioni e negli enti locali, ma anche di tutti i cittadini di buon senso e attenti alla legalità. Il lavoro che ci attende, dunque, nei prossimi anni deve essere proiettato verso il futuro: abbiamo il dovere di dare risposte concrete per rallentare l’impatto dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulla salute umana evitando l’errore che è stato fatto in precedenza, nel rincorrere l’emergenza”.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-
Per Pichetto “non è più tempo di passare sopra a illeciti urbanistici che possono trasformarsi in elementi di nuove tragedie”. Secondo il ministro, inoltre, “ci sono abusi e abusi, taluni gravi e altri ancora veniali. Chi ha compiti di vigilanza a tutti i livelli sul territorio deve evitare che si creino o aggravino situazioni di rischio. Il dissesto idrogeologico – ha continuato – è un’emergenza nazionale che lo Stato non ha saputo affrontare efficacemente, non è una battaglia di parte, non è una bandiera ideologica: deve essere un impegno di tutti noi al Governo, in Parlamento, nelle Regioni e negli enti locali, ma anche di tutti i cittadini di buon senso e attenti alla legalità. Il lavoro che ci attende, dunque, nei prossimi anni deve essere proiettato verso il futuro: abbiamo il dovere di dare risposte concrete per rallentare l’impatto dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulla salute umana evitando l’errore che è stato fatto in precedenza, nel rincorrere l’emergenza”.
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