C’è la necessità di individuare delle soluzioni per garantire la sostenibilità futura della previdenza dei giornalisti e le tempistiche non sono più così larghe.
La grave crisi dell’Istituto di previdenza dei giornalisti e le criticità del bilancio derivano esclusivamente dalla crisi strutturale dell’editoria che ha provocato l’emorragia di iscritti e contributi.
Una delle soluzioni più volte auspicate dai vertici INPGI, perché ritenuta fisiologica, è l’allargamento della platea degli iscritti ai comunicatori e, insieme a loro, di tutti coloro che lavorano nel mondo dell’informazione.
Il Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro con delega alla vigilanza sugli Enti di previdenza privatizzati, Francesca Puglisi, nel corso dell’audizione presso la Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di Previdenza e assistenza sociale, tenutasi lo scorso 24 novembre, ha espresso parere favorevole per l’ipotesi normativa elaborata nell’ambito dell’apposito tavolo tecnico istituito dalla Presidenza del Consiglio nello scorso mese di febbraio, che – in coerenza con le disposizioni già contenute nell’art. 16 quinquies del decreto legge n. 34/2019 – contempla, tra l’altro, un allargamento della competenza assicurativa dell’Istituto di Previdenza con l’inclusione dei comunicatori professionali che operano presso le pubbliche amministrazioni.
L’INPGI in una nota fa sapere che “si tratta di una misura che, come emerge dagli appositi studi tecnico-attuariali, consente di superare le criticità legate al ripristino dell’equilibrio finanziario della gestione previdenziale nel medio-lungo periodo, ponendosi, pertanto, come soluzione strutturale in grado di coniugare l’adeguamento delle forme di tutela previdenziale all’evoluzione del sistema organizzativo e professionale degli operatori dell’informazione e della comunicazione con le esigenze di salvaguardia e garanzia prospettica della sostenibilità economica della gestione previdenziale”.
Puglisi ha sottolineato che, in caso contrario, gli oneri finora sostenuti dall’Ente di Previdenza di giornalisti ricadrebbero sul bilancio statale, ponendo così a carico della fiscalità generale costi economicamente significativi.
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