10.712 sono le richieste arrivate all’Istituto di previdenza dei giornalisti. L’importo anticipato dall’Ente è di 5,5 milioni di euro.
Con la liquidazione, in data di ieri 7 maggio, dell’ultimo blocco di istanze, si è esaurita la procedura per l’erogazione della indennità una tantum da 600 euro – prevista dall’art. 44 del decreto legge n. 18/2020 – in favore dei giornalisti iscritti alla Gestione separata dell’INPGI.
Con una nota pubblicata sul sito, lo stesso Istituto informa:
«A fronte di 10.712 richieste complessivamente pervenute – il cui termine di presentazione è scaduto, come stabilito dal decreto interministeriale del 28 marzo 2020, lo scorso 30 aprile – sono stati messi in pagamento 9.014 trattamenti, per un importo totale di poco meno di 5,5 milioni di euro».
Ricordiamo che l’articolo 44 del decreto legge n. 18/2020 (c.d. Cura Italia) ha previsto l’erogazione di una somma una tantum (ripetibile mensilmente) esentasse, per il mese di marzo 2020, di importo pari a 600 euro, per gli iscritti presso gli enti e casse previdenziali dei professionisti che si siano trovati in difficoltà economica per effetto della riduzione dell’attività conseguente allo stato di emergenza in atto e che, nell’anno 2018, abbiano conseguito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro ovvero che abbiano conseguito un reddito compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro, a condizione che questi ultimi abbiano subito, nei primi tre mesi del 2020, una riduzione di almeno il 33% dei compensi rispetto a quelli del primo trimestre 2019.
L’eventuale prolungamento del trattamento in questione anche per il futuro è ancora oggetto di esame in sede governativa, così come l’eventuale conferma o modifica delle condizioni e dei requisiti di accesso.
L’INPGI, ovviamente, conferma – a conclusione della nota: «L’Istituto sta costantemente monitorando l’evoluzione degli orientamenti che si stanno delineando e, non appena sarà varata una misura definitiva, provvederà a darne tempestiva informazione al fine di consentire ai potenziali beneficiari di fruirne».