Convegno organizzato dall’AGCOM alla Luiss Business School, il 13 giugno 2018.
La mattina del 13 giugno scorso, presso i locali di Villa Blanc della Luiss Business School, a Roma, su iniziativa del Servizio Economico-Statistico, dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, si è svolto il Convegno “Informazione online: nuovi modelli di domanda e di offerta”.
E’ stata l’occasione per presentare l’indagine conoscitiva “Osservatorio sulle testate online – Rapporto 2018”, svolta dallo stesso Servizio Economico-Statistico dell’AGCOM, guidato dalla dott.ssa Adriana Lotti, in collaborazione con USPI e ANSO
Alla presenza dei rappresentanti del settore dell’editoria online e dei giornalisti accreditati, ha svolto il saluto inaugurale il prof. Raffaele Oriali della Luiss Business School, che ha evidenziato l’importanza della detenzione dei dati, che ha equiparato al “nuovo petrolio” per le aziende. Ma attenzione, ha concluso il professore, come il possesso dei dati crea valore, allo stesso tempo lo può distruggere.
Il Convegno è stato introdotto da Antonio Nicita, Commissario AGCOM. Si sentiva la necessità di una Autorità che si occupasse del digitale, ha esordito Nicita, e che svolgesse attività di ricerca e indagine sul suo sviluppo e che portasse a studiare, in futuro, nuove regole e limiti.
Il Commissario AGCOM ha messo in guardia dalla tendenza che sta prevalendo nella ricerca di notizie online: la “polarizzazione” della domanda. Ovvero, la domanda di informazione che condiziona l’offerta. Oggi, ha avvertito Nicita, stiamo assistendo al fenomeno di “auto-selezione delle fonti” da parte dell’utente. Questa tendenza è l’esatto contrario, secondo il rappresentante dell’AGCOM, dell’idea originaria secondo la quale internet potesse aprire all’accesso ad una informazione globale.
Adriana Lotti ha, poi, illustrato l’indagine conoscitiva “Osservatorio sulle testate online – Rapporto 2018” (vedi le slide).
L’indagine, ha riferito la Direttrice, è stata sviluppata secondo due direttrici: da un lato la domanda e dall’altro l’offerta di informazione online.
Sul piano della domanda, l’AGCOM ha notato una costanza nell’accesso all’informazione: il 95% della popolazione è alla ricerca e riceve notizie da varie fonti. Sta sempre più emergendo il fenomeno della c.d. “crossmedialità”, cioè l’interazione tra i vari media, per cui assistiamo a performance comunicative nelle quali i principali mezzi di comunicazione interagiscono fra di essi, dispiegando l’informazione nei suoi diversi formati e canali. Ci sono ancora fattori di inclusione e esclusione sociale (ad esempio, il livello di istruzione). Le piattaforme social rivestono sempre più importanza, perché veicolano le notizie.
Secondo lo studio dell’Autorità, per gli accessi dal browser sono in testa gli editori tradizionali (Repubblica, Corriere…), mentr per l’accesso dalle app sono primi gli editori digitali (che si avvalgono dei principali social networks).
Sul piano dell’offerta, Lotti ha potuto constatare un panorama ancora vario e frammentato. La grande maggioranza degli editori online (ben il 68%) sono sotto ai 100.000 euro di fatturato, a fronte di un 7% che fattura circa 3 milioni di euro. La media si attesta sui 20.000 euro l’anno. Pochi grandi editori, quindi, e una “coda lunghissima” di piccoli.
La pubblicità, anche se spesso non sufficiente per lo sviluppo, è la risorsa principale. Per far fronte a tale scenario, secondo l’indagine, le testate online si stanno spostando o verso una “specializzazione orizzontale”, privilegiando solo alcuni contenuti (e, in questa tipologia spiccano le testate che si occupano di sport, in particolare il calcio), o verso una “specializzazione territoriale”. In tale caso, è prevalente la dimensione “provinciale” (anche se potrebbe essere un handicap per lo sviluppo dell’azienda editoriale).
Vetere ha ricordato che l’USPI si è sempre battuta (ed ha vinto) per la parificazione della stampa online a quella tradizionale: dall’equiparazione dell’IVA alla definizione normativa di “quotidiano online”. I problemi ancora in essere sono soprattutto quelli della “reputation” dei giornali digitali e degli abbonamenti a pagamento, mentre quello della remunerazione dei giornalisti è stato affrontato con il nuovo Contratto Nazionale di lavoro giornalistico USPI-FNSI.
«La qualità dell’informazione locale online è ottima. – ha concluso Vetere – Il settore necessitava di un contratto di lavoro giornalistico ad hoc, e USPI e FNSI lo hanno realizzato».
Allegato 1: Presentazione Agcom
Allegato 2: Presentazione IAB
Allegato 3: Italy plans tax crackdown on us internet groups
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