‘Immuni’, via al test in 3 Regioni, a livello nazionale si parla della metà di giugno

Il Ministero della Salute ha confermato nei giorni scorsi che dalla fine di questa settimana, al più tardi all’inizio della prossima partirà la sperimentazione dell’app per il tracciamento dei contagi da Covid-19. ‘Immuni’ -questo il nome dell’app progettata dall’italiana Bending Spoons- potrà essere utilizza in via sperimentale in Liguria, Abruzzo e Puglia. A livello nazionale, invece, l’app dovrebbe essere disponibile per la metà di giugno, salvo intoppi o problematiche riscontrate dal Garante della Privacy, che deve dare ancora l’ultimo via libera.

Il sistema di tracciamento dei contagi utilizzato da Immuni, permetterà l’invio di una notifica a tutti coloro l’abbiano scaricata su Google Play e Apple Store (in base al sistema operativo del proprio smartphone, Android nel primo caso, iOS nel secondo) qualora fossero rimasti per più di 5 minuti in contatto con una persona poi risultata positiva al Covid, così da avvertire immediatamente l’utente del rischio infezione.

Gli infettati, previo il supporto di un operatore sanitario, decideranno se far partire il processo di notifica a tutte le persone avvicinate, anche se questo punto è ancora poco chiaro e necessita di ulteriori chiarimenti da parte del Ministero della Salute.

La cosa certa, invece, è che l’app non traccerà gli spostamenti individuali, quindi non saprà dove ci siamo spostati o come, rileverà solo il contatto con i positivi, tutto tramite la registrazione di codici anonimizzati dei nostri incontri con gli infetti.

Inoltre, da una settimana, Google e Apple hanno rilasciato i loro aggiornamenti che verranno utilizzati dagli sviluppatori scelti da 22 governi e alcuni Stati americani per poter procedere nello sviluppo delle varie app, le quali, tra l’altro, dovranno comunicare tra loro e anche questo è un punto ancora poco chiaro (soprattutto per quanto riguarda l’app francese che non si baserà su Google e Apple). “La sfida ora è quella di sviluppare soluzioni tecnologiche che, tenendo anche conto delle specificità nazionali, siano efficaci anche al di fuori dei confini degli Stati membri”. Questa la richiesta dei ministri “digitali” di Germania, Francia, Italia, Spagna e Portogallo, che poi confermano: “Ci impegniamo a sviluppare applicazioni open source, che rispettino la privacy e siano adottate solo su base volontaria”. Il coordinamento a livello europeo risulta più che mai fondamentale.

La ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, ha annuciato una call center nazionale per spiegare ai cittadini come scaricare e utilizzare l’app, come si struttura il sistema. Mentre invece sarà compito delle Regioni gestire tutti coloro che risulteranno positivi, seguendo il canonico iter post test sierologico, ovvero isolamento e tampone di conferma dell’avvenuto contagio.

Si ricorda, infine, che il download e l’utilizzo dell’app avvengono solo ed esclusivamente su base volontaria. Molti esperti nelle scorse settimane avevano affermato la necessità che l’app aveva di essere scaricata almeno dal 60% della popolazione italiana per essere effettivamente utile nel tracciamento. Negli ultimi giorni alcuni esperti hanno affermato che basterebbe il 30%. Insomma, alcuni sono ancora i nodi da districare, ed è chiaro che non si parla di uno strumento risolutivo, ma è comunque un altro passo verso la gestione migliore di un’emergenza sanitaria mondiale che non solo ci ha colti impreparati, ma ha stravolto completamente le nostre vite, insinuando paura e angoscia.