ROMA (ITALPRESS) – “La prima parola che mi viene è che sembra ieri. Il tempo è ‘pressurosò, va di fretta. E quando tu vuoi cogliere l’oggi, è già ieri. Vivere così è un pò vivere una novità. Questi dieci anni sono stati così: una tensione, vivere in tensione”. Così Papa Francesco in “Popecast”, il podcast in cui si racconta per il decennale del suo pontificato.
Il momento più bello “l’incontro in piazza con i vecchi. I vecchi sono saggezza e mi aiutano tanto. Anche io sono vecchio, no?”, sottolinea. “Ma i vecchi sono come il buon vino che hanno quella storia stagionata. Il linguaggio con i vecchi a me rinnova, mi fanno più giovane non so perchè. Sono dei momenti belli, belli, belli”. Di momenti brutti “voglio fare una sintesi” ma “su uno stesso tema”, la guerra. Anche se non si aspettava di essere il Papa della terza guerra mondiale: “Non pensavo, ho visto che c’era la guerra mondiale ma dietro le guerre c’è l’industria delle armi, questo è diabolico. Mi fa soffrire vedere i morti, ragazzi – sia russi che ucraini, non mi interessa – che non tornano. E’ dura”, continua Francesco che alla domanda su cosa vorrebbe in regalo per i 10 anni del Pontificato non ha dubbi: “La pace, ci vuole la pace”. Da qui, tre parole che corrispondono ai “tre sogni del Papa” per la Chiesa, per il mondo e per chi il mondo lo governa, per l’umanità: “Tre parole mi vengono: fratellanza, pianto, sorriso. La fratellanza umana, siamo tutti fratelli, ricomporre la fratellanza e imparare a non aver paura di piangere e di sorridere. Quando una persona sa piangere e sa sorridere è una persona che ha i piedi sulla terra e lo sguardo sull’orizzonte del futuro. Una persona che si è dimenticata di piangere qualcosa già non funziona e se si è dimenticato il sorriso, peggio ancora”.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-
Il momento più bello “l’incontro in piazza con i vecchi. I vecchi sono saggezza e mi aiutano tanto. Anche io sono vecchio, no?”, sottolinea. “Ma i vecchi sono come il buon vino che hanno quella storia stagionata. Il linguaggio con i vecchi a me rinnova, mi fanno più giovane non so perchè. Sono dei momenti belli, belli, belli”. Di momenti brutti “voglio fare una sintesi” ma “su uno stesso tema”, la guerra. Anche se non si aspettava di essere il Papa della terza guerra mondiale: “Non pensavo, ho visto che c’era la guerra mondiale ma dietro le guerre c’è l’industria delle armi, questo è diabolico. Mi fa soffrire vedere i morti, ragazzi – sia russi che ucraini, non mi interessa – che non tornano. E’ dura”, continua Francesco che alla domanda su cosa vorrebbe in regalo per i 10 anni del Pontificato non ha dubbi: “La pace, ci vuole la pace”. Da qui, tre parole che corrispondono ai “tre sogni del Papa” per la Chiesa, per il mondo e per chi il mondo lo governa, per l’umanità: “Tre parole mi vengono: fratellanza, pianto, sorriso. La fratellanza umana, siamo tutti fratelli, ricomporre la fratellanza e imparare a non aver paura di piangere e di sorridere. Quando una persona sa piangere e sa sorridere è una persona che ha i piedi sulla terra e lo sguardo sull’orizzonte del futuro. Una persona che si è dimenticata di piangere qualcosa già non funziona e se si è dimenticato il sorriso, peggio ancora”.
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