Il Media Freedom Act, promesso da Ursula Von Der Leyen nel 2021, è stato presentato lo scorso settembre. Lo scopo è salvaguardare l’indipendenza dei media e proteggere l’informazione in quanto bene sociale comune.
L’MFA fa un passo in più rispetto Digital Services Act (DSA) e Digital Markets Act (DMA). Mentre quelle norme si occupavano di proteggere la popolazione, rimuovere i contenuti illegali e in generale di questioni separate rispetto ai contenuti, l’MFA si occupa proprio di questi.
L’obiettivo del progetto, in discussione al Parlamento e al Consiglio dell’Unione, è proteggere i meccanismi alla base dell’informazione a livello europeo.
Una caratteristica importantissima è quella di andare a coprire una questione solitamente affrontata singolarmente dagli Stati membri. Le Costituzioni nazionali sono dotate di norme a salvaguardia di stampa e media (in Italia l’articolo 21) che però spesso non sono sufficienti.
L’epoca in cui viviamo infatti è particolare e in continua evoluzione. I social media permeano ogni aspetto della società a livello globale e disintermediano l’informazione tradizionale: per proteggerla è necessario un intervento europeo. Non si può, tuttavia, stabilire quale sia l’informazione di qualità e quale non lo sia a livello normativo. L’unico modo per tutelare l’informazione e il sistema democratico è garantire equità tra le varie reti.
“Abbiamo un problema paneuropeo di pressioni politiche sui media, di difficoltà economiche: si notano molti problemi nel settore dei media pubblici”, spiega Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea. “Vediamo che non c’è abbastanza trasparenza quando si tratta di proprietà dei media e di pubblicità con denaro pubblico: abbiamo deciso di affrontare le questioni con norme giuridicamente vincolanti, con un regolamento, e ora inizieranno i negoziati”.
Per questo l’Europa si impegna a svincolare i media dalle ingerenze politiche e a garantire equo accesso alle risorse. Non deve esistere, ad esempio, l’assegnazione arbitraria della pubblicità istituzionale in base alla stagione politica.
Gli obiettivi specifici del Media Freedom Act sono quattro e si collocano nella dimensione del mercato interno:
Diverse sono le proposte avanzate in termini di protezione del giornalismo. Il primo elemento centrale è la protezione assoluta delle fonti. Si propone di livellare le leggi nazionali, stabilendo una norma europea che limiti le intercettazioni ai giornalisti a casi eccezionali (terrorismo, omicidio).
La soluzione è stata proposta per contrastare l’uso di spyware o la pressione sui giornalisti affinché rivelino le loro fonti, attacchi intrusivi che si presentano in alcuni Paesi.
Importante è anche la gestione dalle proprietà editoriali: si deve trovare un equilibrio tra libertà imprenditoriale e libertà di stampa.
Si pone attenzione alla regolazione delle concentrazioni dei sistemi di media. Si chiede che siano sottoposte a valutazione a livello nazionale (in Italia da AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ma anche a livello europeo.
L’ultimo elemento importante riguarda l’intreccio tra giornalismo professionale, media, piattaforme digitali e social media. Se i media aderiscono a codici di autoregolamentazione le piattaforme e i social media non possono oscurarli senza motivo. In questo modo le piattaforme devono rimuovere i contenuti illegali rapidamente ma avere un atteggiamento di tutela verso il giornalismo professionale.
Articolo di C.C.
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