Editoria

Il DEF 2021 approda al Senato, la strategia per uscire dalla crisi e tornare a crescere

Il Documento di economia e finanza 2021 e la annessa Relazione al Parlamento sugli obiettivi di finanza pubblica esordiranno, giovedì 22, in Aula al Senato.

Il Consiglio dei Ministri n. 13 del 15 Aprile 2021 ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2021, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), nonché la Relazione al Parlamento da presentare alle Camere, redatta ai fini dell’autorizzazione dell’aggiornamento degli obiettivi di finanza pubblica

La Commissione europea e la GEC

Per l’anno in corso la Commissione europea ha deciso l’applicazione della cosiddetta general escape clause (GEC), per assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra nell’ambito del proprio bilancio per il sostenimento delle spese sanitarie necessarie ad affrontare l’emergenza epidemica e delle misure per contrastare gli effetti recessivi sulle economie europee della diffusione del Covid-19.

L’applicazione della clausola consente agli Stati membri di deviare temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine, sebbene essa non sospenda l’applicazione del Patto di Stabilità e Crescita, né le procedure del semestre europeo in materia di sorveglianza fiscale.

L’indebitamento per l’anno 2021

Con la relazione, il Governo richiede, quindi, al Parlamento il’autorizzazione al ricorso all’indebitamento per l’anno 2021 di 40 miliardi di euro e di circa 6 miliardi di euro medi annui per il periodo 2022-2033, principalmente finalizzati a finanziare spese per investimenti pubblici.

Il Governo ritiene necessario rafforzare la spinta ad uscire dalla crisi attraverso tutti gli strumenti a disposizione: – ha scritto il Ministro dell’Economia e delle Finanze, nella premessa al DEF – dalla campagna di vaccinazione all’impulso alla ricerca medica e al rafforzamento del sistema sanitario nazionale”.

“In campo economico, –  ha formalizzato il ministro Daniele Franco –  dai sostegni e ristori al rilancio degli investimenti e dello sviluppo con il Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato dal Next Generation EU (NGEU) e da ulteriori risorse nazionali”.

Il DEF 2021

Le risorse aggiuntive a valere sul 2021 (40 miliardi di euro) saranno utilizzate per un nuovo provvedimento di sostegno all’economia e alle imprese, in particolare per sostenere i lavoratori autonomi e le imprese più colpite dalle restrizioni adottate per contenere il contagio.

Il prossimo provvedimento, inoltre, destinerà risorse al rafforzamento della resilienza delle aziende più colpite, a misure per garantire la disponibilità di credito e per sostenere la patrimonializzazione delle imprese.

Le risorse a valere sul periodo 2022-2033 saranno utilizzate per definire un ulteriore insieme di interventi dedicati essenzialmente agli investimenti complementari al PNRR, che il governo considera centrali per dare impulso alla crescita economica dei prossimi anni.

Le attese del governo

Nelle attese del governo dovrebbe essere l’ultimo intervento di tale portata, anche per effetto di una favorevole evoluzione della situazione epidemiologica e di un andamento dei dati economici in progressivo miglioramento.

Resta comunque l’impegno a sostenere l’economia e il sistema sociale per tutto il tempo che sarà necessario, se ne ricorreranno le condizioni.

Il Premier Mario Draghi – da www.governo.it

La ricaduta sul PIL

Con questo intervento, gli strumenti finanziari a favore di imprese e famiglie nei primi mesi del 2021 raggiungeranno il 4 per cento del Pil, a fronte del 6,6 per cento registrato nel corso dell’intero anno passato.

Considerata la natura degli interventi programmati, il quadro macroeconomico complessivo previsto dal Documento di economia e finanza 2021 prevede che nel 2021 la crescita del PIL programmatico arriverà al 4,5%. Nel 2022 il PIL crescerà del 4,8%, per poi crescere del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024.

Il livello del debito pubblico

Considerando la nuova richiesta di autorizzazione all’indebitamento approvata e quanto già autorizzato in precedenza, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stimato all’11,8% nel 2021, un livello elevato dovuto alle misure di sostegno all’economia e alla caduta del PIL.

Il nuovo livello del debito pubblico è stimato al 159,8% del PIL nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024.

Palazzo Chigi – da www.governo.it

Il percorso di riduzione del rapporto debito/Pil

Il rapporto deficit/PIL scenderà al 5,9% nel 2022, al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. Nel 2025 il rapporto tornerà sotto il 3%.

Nelle premesse del documento si chiarisce che “sebbene il Governo condivida l’opinione che le regole fiscali europee debbano essere riviste allo scopo di promuovere maggiormente la crescita e la spesa per investimenti pubblici, la riduzione del rapporto debito/Pil rimarrà la bussola della politica finanziaria del governo”.

Il percorso di riduzione del debito rifletterà il progressivo miglioramento dei saldi di bilancio e beneficerà della maggiore crescita economica indotta dall’attuazione del Piano di ripresa e resilienza incentrato sulle riforme e sugli investimenti, nonché dal programma di investimenti aggiuntivi che il Governo ha deciso di finanziare fino al 2033.

uspi

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