Grafici e poligrafici seguono i comunicatori dichiarando apertamente il proprio no alla proposta avanzata dal tavolo tecnico presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria riguardante il loro trasferimento da INPS a INPGI.
L’istituto di previdenza dei giornalisti è in crisi da anni ormai, chiudendo il bilancio 2020 con un rosso di 242 milioni. La strada del commissariamento dell’ente viene evitata orami da mesi, con uno “scudo” messo in campo e continuamente prorogato, che ora ha scadenza al 31 dicembre 2021. Se si calcola il disavanzo solo previdenziale accumulato negli ultimi tre anni si arriva a 498,8 milioni di euro.
Da due anni si parla quindi di allargare la platea degli iscritti INPGI per sopperire alla drastica riduzione del numero di giornalisti. I primi a essere coinvolti in questo tipo di soluzione sono stati i comunicatori, che sono riusciti ad evitarla grazie alla forte resistenza portata avanti.
Le tempistiche per la risoluzione della problematica sono strette: il 20 ottobre 2021 è il termine ultimo che il tavolo tecnico ha per esprimere il proprio parere sulla strada da percorrere.
Il no di grafici e poligrafici
Sono scese in campo le segreterie nazionali dei sindacati dei lavoratori dell’intera filiera dell’editoria (Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil), scrivendo una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi e, per conoscenza, al sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles, dichiarandosi contrari a questa ipotesi.
I sindacati di grafici e poligrafici hanno chiesto, inoltre, di essere ascoltati dalla “commissione di crisi”.
La lettera
Oggetto: Trasferimento lavoratori grafici e poligrafici nel Fondo Inpgi
Gent. sottosegretario,
apprendiamo dall’art. del Sole 24 ore del 15 settembre c.a. che sarebbero in atto interlocuzioni tra alcune delle parti coinvolte per far confluire i lavoratori del settore grafico e poligrafico nel Fondo previdenziale per i giornalisti Inpgi.
Inoltre, sempre dalle notizie diffuse dai quotidiani siamo venuti a conoscenza dell’insediamento di una commissione tecnica della quale fanno parte i ministeri del Lavoro e dell’Economia, l’Inps, l’Inpgi e il dipartimento Editoria.
Ad oggi, pur essendo le scriventi Segreterie Nazionali titolari della delega contrattuale e politica per i lavoratori dell’intera filiera dell’editoria, le stesse non hanno avuto la possibilità di esprimere la propria posizione sul tema che è di contrarietà.
Ricordiamo che attualmente i lavoratori grafici e poligrafici versano i contributi previdenziali presso l’Inps e quelli sulla previdenza complementare rispettivamente al Fondo Byblos e al Fondo Casella, al momento commissariato.
La crisi dell’Inpgi è ben nota da tempo e nella normale dialettica abbiamo sempre espresso grandi preoccupazioni e perplessità rispetto ad operazioni meramente contabili, come quelle dei comunicatori, per la salvaguardia dell’Ente stesso, ritenendo invece necessaria un’analisi complessiva dell’intero sistema riguardante l’informazione e l’editoria.
Riteniamo pertanto urgente reiterare ancora una volta la richiesta di un incontro, come già ripetutamente fatto fin dal suo insediamento, a oggi mai riscontrata.
Inoltre, riteniamo urgente essere auditi dalla Commissione in essere per la crisi Inpgi, alla luce delle valutazioni inerenti i lavoratori del settore grafico e poligrafico e insediare un tavolo di confronto con il Governo sulla trasformazione digitale e tecnologica nella filiera dell’editoria, anche alla luce del recepimento finale della direttiva europea sul copyright.
In attesa di un rapido riscontro,
si porgono distinti saluti
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
Giulia Guida, Paolo Gallo, Roberta Musu