Ancora in stand-by molte tecnologie che prevedono l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, come per esempio il riconoscimento facciale.
Sono strumenti che potrebbero rivelarsi molto utili, ma come la maggior parte delle faccende digitali, potrebbero avere risvolti pericolosi e non esenti da rischi.
Sundar Pichai, CEO di Google, ha chiarito il punto di vista del colosso americano durante una conferenza sull’Intelligenza Artificiale organizzata dal think-tank europeo Bruegel, nella città di Bruxelles: “Vediamo che il riconoscimento facciale comporta molti rischi, perciò da parte nostra c’è un periodo di attesa fino a quando non vedremo come viene utilizzato. È importante che i governi lavorino il prima possibile a normative per affrontare” lo sviluppo e l’uso del riconoscimento facciale.
L’UE nel frattempo sta valutando di introdurre una moratoria di 5 anni per l’uso della tecnologia nei luoghi pubblici, per avere effettivamente il tempo per capirne e valutarne l’impatto e i rischi. In ogni caso, secondo il CEO di Google, l’UE non è così indietro: il regolamento europeo sulla protezione dei dati è un modello a cui ispirarsi, l’UE non deve “partire da zero, le norme esistenti come il GDPR possono costituire una base solida” anche per l’intelligenza artificiale. “Quando ci sarà una regolamentazione ci saranno organi” appositi “che avranno il controllo” dell’utilizzo dell’AI.
La regolamentazione dell’intelligenza artificiale deve essere uniforme, per farla funzionare “dobbiamo agire insieme”, ha rimarcato Pichai, che poi continua affermando: “Non ho dubbi sul fatto che l’intelligenza artificiale debba essere regolata” da standard globali, per questo “l’allineamento internazionale” -principalmente tra UE e USA- “sarà essenziale, abbiamo bisogno di un accordo sui valori fondamentali”.