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Giovani, società e tecnologia. Studio Dentsu Aegis Network sugli under 24

I giovani e giovanissimi hanno sicuramente molta più fiducia nella tecnologia come mezzo per risolvere le grandi sfide della società contemporanea, ma allo stesso tempo sono preoccupati dell’utilizzo che viene fatto dei propri dati e sono attenti a migliorare la propria salute psico-fisica

Ecco perché, come emerso dall’ultimo Digital Society Index globale di Dentsu Aegis Network, tendono a ridurre la quantità delle proprie attività online, cominciando dal disattivare i propri profili social. Secondo lo studio, infatti, un quinto dei giovani tra i 18 e i 24 anni (17%) ha disattivato i propri account sui social network nell’ultimo anno, mentre un terzo sta limitando l’utilizzo dello smartphone durante la giornata. La tendenza è particolarmente evidente in tutta Europa, ma in Italia il dato è addirittura sopra la media (25%). Dati interessanti se si considera il boom di utilizzo di internet e dei dispositivi elettronici verificatosi durante il lockdown. 

Lo ricerca, condotta su oltre 5.000 GenZers in tutto il mondo, registra che un terzo (31%) dei giovani ha limitato il proprio tempo trascorso online o guardando il proprio smartphone. In Italia, il 35%. Quasi la metà (il 43%; in Italia il 44%) ha adottato misure per ridurre la quantità di dati condivisi online, come cancellare la cronologia delle ricerche o rinunciare ai servizi di geolocalizzazione.

La generazione Z mostra quindi una forte consapevolezza di alcuni impatti negativi della tecnologia sulla società. Più della metà di loro (58%), infatti, non si fida delle aziende tecnologiche a causa delle preoccupazioni sull’utilizzo dei propri dati. Inoltre, quattro giovani su dieci (37%) credono che i social media abbiano un impatto negativo sul dialogo politico nel proprio Paese e quasi la metà ritiene che l’utilizzo personale della tecnologia abbia un impatto negativo sul proprio benessere psico-fisico.

In generale, comunque, due terzi dei giovani intervistati (il 62%) si dicono fiduciosi che la tecnologia, in futuro, produrrà più effetti positivi che negativi e mostrano interesse e fiducia verso l’AI e la robotica, ambiti che creeranno opportunità di carriera per loro nei prossimi 5-10 anni. 

Irene Vitale

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