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Giornalisti, dalla “Carta di Assisi” alla prima “Carta europea per la libertà di informazione”

L’iniziativa  si colloca all’interno della due giorni di meeting ‘Time for peace – Time for care’ che si è svolta il 9 e 10 ottobre nella Sala dei Notari a Perugia.

Molti i cronisti sono arrivati a Perugia da tutta Italia, Europa, e non solo, per parlare di pace, della carta che invita “a non scagliare parole come fossero pietre” e per riflettere sulle minacce ai cronisti che “illuminano le coscienze”, come ha ricordato il presidente FNSI Giuseppe Giulietti, che svelano la corruzione e oggi anche le bufale della rete e le fake news.

L’obiettivo del meeting è stato quello di  trasformare la Carta di Assisi nella prima Carta europea per la libertà di informazione.
Dopo i saluti introduttivi e alcuni video, ci sono state le relazioni di  Padre Antonio Spadaro (direttore della rivista La Civiltà Cattolica) e del giornalista Roberto Natale. A seguire, si è svolta una serie di approfondimenti sui bavagli in Europa e non solo, sui cronisti minacciati in Italia, con testimonianze da Malta, Cina, Iran, Russia, Turchia, Siria, Bielorussia.

All’incontro ha partecipato anche la famiglia di Antonio Megalizzi (il giornalista morto nell’attentato terrorista di Strasburgo dell’11 dicembre 2018)  la quale, il giorno 10, ha presenziato alla cerimonia di intitolazione ad Antonio di uno spazio universitario. Hanno inoltre preso parte: Nello Scavo, Paolo Berizzi, Asmae Dachan, Paolo Borrometi, Sara Lucaroni.

“Oggi siamo qui – ha dichiarato all’ANSA Paolo Borrometi (giornalista sotto scorta perché minacciato dalla mafia), a margine dell’iniziativa,  – per ricordare, così come ci insegna l’articolo 21 della Costituzione, che vi è non solo un diritto e dovere del giornalista ad informare, ma soprattutto un diritto del cittadino ad essere informato e secondo i crismi della veridicità ma anche del significato del senso delle parole. È importate anche rivolgere all’Europa un monito, ovvero che bisogna stare attenti, non perdere di vista l’importanza del giornalismo e non piangere quando colleghi come Daphne Galizia purtroppo non ci sono più, ma aiutarli in vita affinché i colleghi non si sentano soli e non vengano lasciati soli”.

(Foto in alto: il manifesto dell’incontro di Perugia, da www.articolo21.org)

uspi

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