ROMA (ITALPRESS) – “Vent’anni fa, per le strade di Genova, lo Stato fallì. Le violenze perpetrate nei confronti di manifestanti che nulla avevano a che fare con i Black Bloc, la mattanza notturna nel complesso della Diaz, l’orrore di Bolzaneto: sono ferite che bruciano ancora. Non è possibile dimenticare, come non è possibile costruire su quei fatti una memoria condivisa. Troppa ferocia, troppo dolore”. Lo scrive su facebook il presidente della Camera Roberto Fico che aggiunge: “A distanza di 20 anni ci sono però elementi su cui riflettere. Cosa rimane di quei giorni, cosa rimane dietro quella coltre di fumo. Dopo Genova non sono naufragate le istituzioni democratiche, e non è naufragato quel movimento”. “Una serie di processi in sede penale – aggiunge – sono andati avanti. Ci hanno consentito di ricostruire i fallimenti nelle catene di comando, le responsabilità di quelle torture che per l’ordinamento italiano ancora torture non erano, visto che la legge sarebbe stata approvata anni dopo. Quelle sentenze e ricostruzioni giudiziarie sono a tratti terribili, durissime. Ma rileggerle, per quanto doloroso, ci consente di andare avanti. Ci fa rendere conto che le democrazie hanno i loro anticorpi, che quando un potere dello Stato fa verità sui comportamenti delle autorità pubbliche questo rafforza la democrazia, e agisce come tessuto riconnettivo.
E poi c’è quel vasto movimento che chiedeva un radicale cambiamento delle politiche a livello globale. Non è morto dopo Genova, anzi. Si sarebbe ritrovato con entusiasmo a Firenze un anno dopo, poi avrebbe assorbito le proteste contro la guerra in Iraq del 2003, e ancora, negli anni a venire, le lotte per i beni comuni dalla Val di Susa ai referendum per l’acqua pubblica sono la coda lunga di quel movimento. Così come molte tematiche e riforme, anche di ampiezza globale, che in questi mesi stiamo affrontando nascono anche da lì, da quell’energia e da quei laboratori di idee che erano i social forum”. “Nulla si perde, e dunque non è vero che di quelle giornate non sia rimasto nulla. A livello personale non ho mai perso l’entusiasmo di stare dalla parte che ritenevo giusta, nè ho perso la fiducia nelle istituzioni democratiche che oggi mi onoro di rappresentare. E da rappresentante dello Stato, a 20 anni esatti da quel 20 luglio, voglio dedicare un pensiero e un abbraccio a Haidi e Giuliano Giuliani. Non dimentichiamo”.
(ITALPRESS).
E poi c’è quel vasto movimento che chiedeva un radicale cambiamento delle politiche a livello globale. Non è morto dopo Genova, anzi. Si sarebbe ritrovato con entusiasmo a Firenze un anno dopo, poi avrebbe assorbito le proteste contro la guerra in Iraq del 2003, e ancora, negli anni a venire, le lotte per i beni comuni dalla Val di Susa ai referendum per l’acqua pubblica sono la coda lunga di quel movimento. Così come molte tematiche e riforme, anche di ampiezza globale, che in questi mesi stiamo affrontando nascono anche da lì, da quell’energia e da quei laboratori di idee che erano i social forum”. “Nulla si perde, e dunque non è vero che di quelle giornate non sia rimasto nulla. A livello personale non ho mai perso l’entusiasmo di stare dalla parte che ritenevo giusta, nè ho perso la fiducia nelle istituzioni democratiche che oggi mi onoro di rappresentare. E da rappresentante dello Stato, a 20 anni esatti da quel 20 luglio, voglio dedicare un pensiero e un abbraccio a Haidi e Giuliano Giuliani. Non dimentichiamo”.
(ITALPRESS).