Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini è intervenuto alla presentazione dell’11mo Rapporto “Io sono cultura”, realizzato dalla Fondazione Symbola.
“Le grandi crisi portano grandi problemi ma creano nuove opportunità. Sono convinto che sia arrivato a molti decisori politici, lontani dai temi della cultura, il messaggio di cosa voglia dire un’Italia senza cultura”, ha esordito il Ministro.
“Lo scenario vissuto durante il lockdown, – ha ricordato Franceschini – quando abbiamo visto le nostre città coi cinema, musei, teatri e i parchi chiusi, senza musica nelle piazze, né i concerti d’estate, ha fatto comprendere cosa significhi in termini di minor attrattività per tutto il Paese”.
“Questo ha portato alla consapevolezza che l’investimento in cultura è una delle priorità dell’Italia e la scelta fatta dal Governo di investire 7 miliardi del PNRR in questo settore ne è la dimostrazione”, ha concluso il responsabile del relativo ministero.
Questo è quanto ha dichiarato il Ministro Franceschini nel corso del suo intervento alla presentazione del Rapporto “Io sono cultura”, giunto all’undicesima edizione, realizzato dalla Fondazione Symbola. In collaborazione con Unioncamere, Centro Studi delle Camere di Commercio insieme a Regione Marche e Credito Sportivo.
Il rapporto è stato presentato, oltre che dal ministro della Cultura, dal presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, dal Presidente Unioncamere, Andrea Prete, dal direttore della Fondazione Symbola, Domenico Sturabotti con i saluti dell’Assessore alla Cultura Regione Marche, Giorgia Latini.
Symbola è la Fondazione che promuove e aggrega le Qualità Italiane. Con ricerche, eventi e progetti racconta aziende e istituzioni che migliorano il Paes. Puntando su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività, capitale umano e territorio.
Franceschini ha voluto ringraziare la Fondazione per la sua visione anticipata del futuro: green economy, cultura e coesione sociale.
“Grazie a Symbola e ad Unioncamere – ha sostenuto il ministro – per aver indicato da tempo una strada e per averla seguita tenacemente in tutti questi anni. Io dissi nel 2014 che questo della Cultura è il ministero economico più importante del Paese. Sembrava una forzatura, in realtà era il frutto del lavoro fatto negli anni precedenti da tutti quei soggetti che indicavano una strada inascoltati”.
“Adesso c’è maggiore consapevolezza che gli investimenti in cultura in Italia, non sono solo un adempimento di un dovere costituzionale ma sono anche una grande opportunità di sviluppo economico e di crescita sostenibile”, ha detto il responsabile della Cultura.
Che, infine, ha citato il premier: ”Il Governo ne è consapevole e come ha dichiarato il Presidente Draghi al G20 di Roma, la cultura è il motore della ripartenza economica del Paese”.
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