Avrà l’effetto di «distruggere qualche migliaio di posti di lavoro».
«È di inaudita gravità la decisione di inserire il taglio dei contributi all’editoria nello schema della legge di bilancio annunciata dal sottosegretario Vito Crimi nel corso di una riunione tenutasi al Mef». Lo affermano, in una nota congiunta del 27 ottobre scorso, Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine nazionale dei giornalisti.
«La volontà di procedere unilateralmente, senza neanche il confronto preventivo con le parti sociali – si legge nella nota – dimostra che non si tratta di una decisione politica, ma di un atto di ritorsione contro l’informazione e i giornalisti. Non potendo colpire i grandi giornali, il sottosegretario si accanisce contro giornali che sono il punto di riferimento per intere comunità locali e contro piccole cooperative di giornalisti. Il disegno è quello di impedire ai cittadini di conoscere per provare a manipolarne orientamenti e consensi attraverso le piattaforme digitali».
Un principio inaccettabile, conclude la nota congiunta; «perché punta a indebolire la democrazia e che come effetto immediato avrà quello di privare dell’informazione intere comunità e distruggere qualche migliaio di posti di lavoro, compreso l’indotto. Un epilogo disastroso frutto di una chiara avversione all’informazione da parte di chi, come il sottosegretario Crimi, nulla ha fatto fino ad oggi, al di là delle parole, per combattere il precariato nel mondo dell’informazione».
(Foto in alto: da sin. Carlo Verna, Presidente OdG, Giuseppe Giulietti, Presidente FNSI, e Raffaele Lorusso, Segretario Generale FNSI – da www.fnsi.it )