Durante la seduta dello scorso 22 aprile, il Consiglio comunale di Firenze ha approvato una delibera sulle limitazioni alla vendita di prodotti extra-editoriali da parte delle edicole del centro storico.
Il Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai (SNAG) ha prontamente preso le distanze e contestato la delibera che porterebbe a una penalizzazione dei punti di rivendita, già in grande sofferenza.
Le possibili conseguenze della delibera fiorentina
Nel marzo 2022 il Consiglio comunale di Firenze aveva firmato un Protocollo di intesa con le Organizzazioni Sindacali per combattere la grave crisi editoriale degli ultimi anni.
La collaborazione prevista dal Protocollo comprendeva anche un ampliamento della vendita di prodotti extra-editoriali con lo scopo di compensare il costante calo delle vendite di quotidiani e periodici nelle edicole.
Questa misura, volta alla salvaguardia dei punti vendita, sembra essere stata totalmente surclassata da quest’ultima decisione.
In direzione opposta, dunque, il Consiglio fiorentino introduce una distinzione tra edicole del centro storico (Edicole UNESCO) e quelle fuori dal centro. La penalizzazione riguarda le sole edicole UNESCO, che dovranno limitare la vendita dei loro prodotti extra-editoriali al 30% della superficie espositiva. Il rimanente 70% dovrà obbligatoriamente essere occupato da merce editoriale.
La limitazione è subito stata contestata da SNAG, che invece ha proposto un 50-50% tra prodotti vendibili editoriali e non.
Il Comune con questa delibera intende contrastare le rivendite non autorizzate e abusive. Tuttavia, sta anche fortemente penalizzando le 10 edicole UNESCO rimanenti nel centro storico.
La diversificazione merceologica è ormai una necessità legata alla loro stessa sopravvivenza. La conseguenza, sottolinea SNAG, sarebbe una vera e propria desertificazione dei punti vendita, con un contraccolpo sulle vendite della carta stampata.
Per questo, il Sindacato degli edicolanti invita il Comune ad un ripensamento, con un eventuale misura correttiva.
Articolo di T.S.