In Italia esistono circa 206mila PMI che contribuiscono a generare oltre il 41% del fatturato nazionale.
Secondo uno studio di The European House- Ambrosetti per Meta, le PMI che usano canali digitali hanno avuto una crescita del 20% dei ricavi. Non solo, la clientela è aumentata del 30% e il numero di follower del 50%.
Lo studio è stato presentato a Roma in occasione dell’incontro “Il contributo dei social network e dei canali digitali per la crescita e la digitalizzazione delle Pmi italiane”.
Con il termine digitalizzazione si intende il passaggio dalle tecnologie analogiche a quelle digitali.
Applicato a un’impresa, ciò si traduce in un processo di sviluppo sostenuto dalle innovazioni tecnologiche (presenza sul web, analisi di Big Data) e da un cambiamento dei processi produttivi.
Per l’Unione Europea, il processo di digitalizzazione è indicativo e essenziale. La Commissione Europea ha creato il DESI (Digital Economy and Society Index) per monitorare i progressi dei Paesi europei in tal senso. Sono 5 le macro aree su cui si basa l’analisi: connettività, capitale umano, uso di internet, digitalizzazione dei servizi pubblici e integrazione delle tecnologie digitali.
La digitalizzazione delle PMI è elemento centrale di tale analisi, essendo come detto fondamentale per l’economia di un Paese. Al contrario delle grandi compagnie questo processo non è automatico, spesso viene erroneamente considerato superfluo o troppo costoso.
L’Italia è molto indietro rispetto agli standard europei per quanto riguarda la digitalizzazione delle PMI. La probabile causa è, come già accennato, una mentalità che guarda con sospetto al progresso e la poca informazione sul mondo digitale. Secondo il Digital Index Pmi, le piccole e medie imprese italiane sono al 18esimo posto nell’Ue per digitalizzazione e interazione digitale con i clienti.
Secondo lo studio di Ambrosetti, la digitalizzazione delle PMI potrebbe portare 10,2 miliardi di euro di contributo al Pil e 208mila nuovi posti di lavoro.
Oltre alla crescita di ricavi e clienti già citata, inoltre, le PMI con canali digitali hanno incrementato le visite ai propri store fisici del 50%.
“Gli strumenti digitali non sono mai stati così importanti come in questo momento. Lo studio dimostra che il digitale può contribuire a far crescere in modo significativo l’occupazione, anche in quegli ambiti in cui il nostro Paese è ancora fanalino di coda in Europa” ha commentato Luca Colombo, Country Director di Meta in Italia.
I vantaggi evidenti del digital marketing sono legati anche alla tracciabilità. Le attività online possono scegliere un target interessato a cui mostrare prodotti e servizi e i risultati sono misurabili.
Inoltre i costi di gestione sarebbero inferiori rispetto ai canali di marketing tradizionale, con risultati non da meno.
Se l’Italia raggiungesse i risultati di Danimarca, Svezia e Finlandia, i più sviluppati in Europa, si aumenterebbe del 9,2% la produttività del lavoro nelle PMI e genererebbe fino a 24,8 miliardi di euro in più al Pil.
Naturalmente per ottenere dei reali vantaggi, le attività digitali delle PMI dovrebbero essere gestite da esperti del settore e integrate una strategia di marketing online.
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