È di pochi giorni fa la notizia dell’ufficializzazione delle 6 Big Tech nella lista dei gatekeeper. Si tratta delle società che dovranno adattarsi ai requisiti del Digital Markets Act (DMA).
Questa legge Ue mira a ridefinire le regole del mondo del commercio, concentrando l’attenzione sulle Piccole e Medie Imprese (PMI). Queste ultime finora hanno avuto un ruolo marginale nel contesto di trasparenza e libera concorrenza rispetto ai giganti del web.
Esploreremo più da vicino i benefici chiave che il DMA porta alle PMI e come queste regole stanno cambiando il panorama del commercio online.
Il Digital Markets Act si presenta nel settore come un faro di speranza per le PMI nel comparto del commercio elettronico.
Una delle principali innovazioni è il divieto di favorire i suggerimenti dei beni e servizi delle grandi piattaforme al consumatore. Come abbiamo spiegato in precedenza, il non rispetto di ciò è la principale accusa mossa a Microsoft, per esempio.
Questo significa che ora le PMI hanno, secondo il presidente dell’Associazione Italiana Commercio Elettronico, Andrea Spedale, la possibilità di competere su un terreno più equo, dove prodotti e servizi saranno trattati con la stessa rilevanza e indicizzazione delle offerte dei giganti del web.
Inoltre, il DMA pone fine al tracciamento dei dati dei consumatori al di fuori delle piattaforme senza il loro esplicito consenso. Questa misura si ritiene contribuirà maggiormente alla protezione della privacy dei consumatori. Al tempo stesso offre alle PMI un ambiente più trasparente per operare.
Un altro passo rivoluzionario è l’interoperabilità, che consentirà a tutti gli operatori di giocare con le stesse carte.
Il Digital Markets Act richiede ai sei gatekeeper designati, tra cui giganti come Google e Amazon, di adeguarsi alle nuove norme entro marzo. Questi obblighi includono garanzie di vario genere. Facili annullamenti delle iscrizioni ai servizi di base delle piattaforme sono una delle prime regole. Si fa riferimento anche al promuovere l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea. Tra gli obblighi c’è anche quello di consentire agli utenti commerciali l’accesso ai loro dati di marketing.
In caso di violazioni, la Commissione Europea può infliggere ammende fino al 10% del fatturato mondiale delle società citate. L’obiettivo è garantire un ambiente di mercato equo e la conformità sistematica da parte dei gatekeeper.
Restiamo in attesa di capire come queste nuove regole influenzeranno il panorama del commercio online nei prossimi mesi.
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