Studio Adl Consulting: forte impatto della tecnologia sulla relazione istituzioni-cittadini. Ma il 75% degli studenti non ha mai letto libri sulla blockchain e solo il 61% conosce l’Intelligenza artificiale.
La rivoluzione digitale sta trasformando la politica e la società. Ad affermarlo è la ricerca “L’era della democrazia digitale, una sfida per cittadini, imprese e politica”, realizzata da Adl consulting, società di consulenza strategica, public affairs e comunicazione istituzionale, specializzata in attività di digital lobbying e advocacy.
È una delle questioni più importanti del nostro tempo che ha a che fare con il modo in cui i cittadini possono votare e partecipare ai processi decisionali pubblici, così come con il modo in cui le istituzioni adottano le decisioni o attuano le politiche pubbliche, oltre al miglioramento generale dei servizi offerti al cittadino.
Lo studio è aperto dalla prefazione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, e contiene le testimonianze di tre importanti amministrazioni locali (Roma, Milano e Torino) e le esperienze di alcune primarie aziende del panorama nazionale (E.ON, Federdistribuzione, Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA, Sharp e Vodafone Italia) che illustrano posizioni, best practice e casi di applicazione concreti.
Sono gli studenti il fulcro della ricerca, in quanto ricoprono il doppio ruolo di cittadini e professionisti del futuro. Ma gli stessi dimostrano di non padroneggiare ancora le “materie” tecnologiche.
Su un campione di 300 universitari provenienti da diverse facoltà (Ingegneria 54%, Scienze Politiche 34%, Giurisprudenza 10%, Marketing & Comunicazione, Economia 1%), il 56% non ha mai sentito parlare di democrazia digitale. Conosce il termine solo chi proviene da facoltà giuridico-economiche. Ancora, il 75% non ha mai letto libri sulla blockchain, mentre solo il 61% è entrato in contatto con articoli e libri sull’intelligenza artificiale.
Scarso anche il grado di coinvolgimento nelle decisioni politiche a livello europeo: il 36% dei giovani non si sente coinvolto, mentre in Italia il dato scende al 25%. Il dato positivo emerso dal sondaggio è che gli studenti vedono in modo entusiasta l’applicazione della tecnologia nei diversi ambiti della società (84%).
Così, nonostante un’innovazione digitale che ha cambiato quasi ogni aspetto della nostra vita privata – conclude il rapporto Adl Consulting – la democrazia e le sue pratiche sono ancora fortemente ancorate al modello tradizionale della democrazia rappresentativa costituzionale classica.
«Abbiamo affrontato – commenta Claudio Di Mario, ceo di Adl Consulting – il tema della democrazia digitale concentrandolo sulla qualità delle informazioni e delle decisioni che possono essere prese da istituzioni e aziende grazie all’utilizzo dei dati e delle piattaforme in chiave delle tecnologie disponibili, e abbiamo mostrato le potenzialità del digital lobbying per le aziende in ottica di trasparenza, reputazione e vantaggio competitivo».
«Le tecnologie – conclude Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione digitale del Comune di Milano – sono efficaci quando sono al servizio delle persone, quando sono vissute come strumenti che migliorano la vita dei cittadini. Per questo stiamo lavorando ad una visione ‘human centric’, dove i cittadini siano al centro del processo di innovazione. Una strategia sempre più focalizzata sugli ‘smart citizen’, per rispondere ai bisogni delle persone attraverso servizi veloci, efficaci e sostenibili».