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Decreto intercettazioni, il governo incassa il via libera

Più spazio all’uso del trojan (virus-spia). Pubblicazione delle intercettazioni e loro digitalizzazione.

Con 304 voti a favore 226 contrari e 1 astensione il governo ha ottenuto la fiducia sul Disegno di legge – AC 2394 di conversione del Decreto-legge 30 dicembre 2019 n. 161, recante “Modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni”.

Oggi, giovedì 27 febbraio, a partire dalle ore 9,30, ci sarà il voto definitivo che  darà il via libera alla conversione in legge a soli due giorni dalla scadenza, dopo che ci sarà stato l’ok al decreto sull’emergenza coronavirus.

Il dispositivo, già approvato dal Senato, interviene sulla cosiddetta riforma Orlando, prorogandone l’applicazione al 1° maggio 2020 e solo in merito ai procedimenti penali. Ecco le principali novità:

Uso del trojan

Sarà possibile utilizzare il trojan (ovvero dei virus-spia) non solo per i reati contro la pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali, ma anche dagli incaricati di pubblico servizio e puniti con la reclusione sopra i 5 anni. L’intercettazione potrà avvenire anche nei luoghi di privata dimora «previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l’utilizzo».

Incremento delle funzioni del pubblico ministero

E’ senza dubbio la novità più importante. Non sarà più la polizia giudiziaria come prevedeva la precedente legge Orlando a valutare quali colloqui sono rilevanti per le indagini o meno, ma la scelta sarà fatta dal PM. A lui toccherà anche vigilare perché nei verbali non siano riportate espressioni che ledano la reputazione di singole persone o dati personali («salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini»). Questo servirà a garantire la privacy dei soggetti intercettati e ad escludere le parti di conversazione di carattere intimo e riservato.

Come era prima della riforma del 2017, verbali e registrazioni saranno immediatamente trasmessi al Pubblico Ministero, che li depositerà entro 5 giorni.

La riforma delle intercettazioni potenzia anche i poteri degli avvocati difensori: questi ultimi potranno prendere visione dei fascicoli, ascoltare le conversazioni ed estrarre copia senza i limiti della legge Orlando.

Pubblicazione delle intercettazioni

Importanti le novità anche per i giornalisti che pubblicano intercettazioni o parti di esse: non sarà più considerato violazione del segreto d’ufficio.

Digitalizzazione

La riforma dà impulso alla digitalizzazione del procedimento: tutti gli atti relativi al materiale intercettato dovranno essere depositati in via telematica, in un deposito digitale creato ad hoc presso la Procura della Repubblica. Nel registro verranno annotate anche data, ora e durata delle eventuali consultazioni del materiale raccolto.

Uso in altri procedimenti

i risultati delle intercettazioni potranno essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli in cui sono stati disposti solo se sono «indispensabili» e «rilevanti» per l’accertamento dei reati per i quali è previsto l’arresto in flagranza e di quelli di particolare gravità indicati tassativamente dall’articolo 266 del codice di procedura penale. Il requisito della “indispensabilità” sarà dirimente anche per le intercettazioni fatte con il trojan.

uspi

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