Il dato era già stato reso noto dall’AGCOM nella Relazione Annuale 2020 sulle attività svolte e i programmi di lavoro: il 12,3% dei ragazzi non possiede un pc o tablet, e la quota sale al 20% nel Mezzogiorno.
Questa volta è l’Osservatorio sulla povertà educativa (realizzato da Openpolis e Con i bambini) a lanciare l’allarme: il problema va “oltre il gap digitale e riguarda anche il diritto dei minori a non cadere nella trappola della povertà educativa”. Il divario digitale “si va a sommare ai fattori di disuguaglianza già esistenti”.
Durante il periodo del lockdown non hanno potuto usufruire della didattica a distanza a causa di problemi infrastrutturali (oltre 1 milione di minori vive in Comuni dove nessuna famiglia è raggiunta dalla rete fissa veloce) ma anche per la mancanza di adeguati dispositivi elettronici.
Al sud, la Calabria è la regione meno connessa d’Italia è distante di circa 14 punti dal Trentino Alto Adige, la più connessa. La Regione sulla punta dello stivale, in particolare, nel 2019 registrava il 67,3% di famiglie con accesso ad internet e nel 2020 il divario in punti percentuali con la media nazionale e con la regione più connessa è rimasto quasi invariato. In Campania il 17,5% delle famiglie senza internet indica come motivo l’alto costo del collegamento.
Per quanto riguarda il numero dei dispositivi digitali nelle scuole, l’Osservatorio ha raccolto autonomamente alcuni dati: il 70% degli istituti sono dotati di device per l’accesso alla rete, ma con importanti differenze a livello regionale. Nelle aree periferiche e ultraperiferiche le scuole sono meno attrezzate, ma anche nelle città il dato della diffusione dei dispositivi elettronici non è omogeneo tra i vari istituti.
Si parla molto di innovazione tecnologica, di potenziamento del sistema delle infrastrutture ed è forse il caso di preoccuparsi anche del fatto che senza questo tipo di trasformazione digitale, anche l’istruzione e la formazione dei giovani ne risentirà pesantemente, compromettendo il futuro del nostro Paese.