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«Cyberbullismo e comportamenti in Rete dei ragazzi: un viaggio da nord a sud»

Presentata a Roma una ricerca condotta sui giovani tra gli 11 e 18 anni utenti di Internet, per una fotografia dei comportamenti online più rischiosi degli adolescenti.

Presso la Camera dei deputati, a fine novembre scorso, su iniziativa dei Corecom di Lombardia, Lazio e Campania, le Università Cattolica di Milano, La Sapienza e LUMSA di Roma e Federico II di Napoli, hanno presentato una ricerca congiunta nelle tre regioni, come valore rappresentativo a livello nazionale, condotta sui giovani tra gli 11 e 18 anni utenti di Internet, per una fotografia dei comportamenti online più rischiosi degli adolescenti.
Il fenomeno del bullismo (offline e online) con il 27,8% si conferma al primo posto nella classifica dei rischi connessi al comportamento dei giovani sul web, seguito dal sexting (20,1%) e dall’abuso dei dati personali (24% – 4,3%). % (22% nel 2016) e dall’abuso dei dati personali 20% (25% nel 2016).

Principali risultati emersi
L’uso dei social media si conferma centrale nell’esperienza online dei più giovani, risultando particolarmente diffuso sia tra i preadolescenti (11-14 anni) che tra gli adolescenti (15-18 anni) che accedono a Internet.
L’86,5% degli utenti tra gli 11 e i 18 anni ha almeno un profilo su un sito di social network (SNS) e quasi un terzo di essi (31,3%) ha più profili su diverse piattaforme. I tre social network usati più di frequente sono WhatsApp (37,3%), Facebook (36,5%) e Instagram (18,8%) ma la loro preferenza risente di alcune variabili socio-demografiche, tra cui spiccano l’età e il genere.
Nel dettaglio, solo il 13,6% dei giovani campani considera il profilo di Instagram quello usato più spesso, contro il 18,8% dei giovani laziali e il 24,4% dei lombardi.

Foto Presentazione da www.corecomlazio.it

Rispetto alle modalità di impostazione del profilo individuale, utile a qualificare l’esperienza online, più della metà ha un profilo privato (57%), più di un terzo ha un profilo pubblico (40,3%), mentre solo il 2,7% sembra inconsapevole o non ricordare quale opzione abbia scelto. In particolare, ha un profilo pubblico il 45,8% dei campani, il 41,4% dei lombardi e solo il 33,7% dei giovani del Lazio.
Le informazioni personali condivise sul profilo dalla maggioranza degli intervistati includono una foto che mostra chiaramente il proprio volto (73%), foto o video personali (72,2%), il cognome (64,7%), l’età vera (51,5%), mentre quasi la metà condivide la scuola frequentata (46,5%). Condivide una foto che mostra chiaramente il volto il 67,2% dei ragazzi del Lazio, il 72% di quelli della Lombardia e il 79,6% di quelli della Campania; inserisce il cognome il 59,6% dei lombardi, il 61,7% dei laziali e il 72,4% dei campani.

Tra le pratiche comunicative online più rischiose messe in atto nell’ultimo anno, il 59,9% degli intervistati ha cercato nuovi amici sui social network, poco meno della metà (45,7%) ha aggiunto alla propria lista di contatti persone che non avevano incontrato faccia a faccia o inviato loro informazioni personali (30,9%).
I giovani intervistati si dimostrano abbastanza consapevoli dei rischi di una cattiva gestione della propria reputazione online, ricorrendo a pratiche “correttive” relative alla gestione della propria lista di contatti con la cancellazione di amici o contatti non più desiderabili (60,4%) e agendo in via “preventiva” con la decisione di non pubblicare qualcosa per paura che possa danneggiare la propria immagine (36,2%) o di pubblicare messaggi in codice che solo alcuni amici possano capire (25,1%).

I rischi più diffusi sono il bullismo, sia offline che online (27,8%), seguito dal sexting (20,1%) e dall’abuso dei dati personali, con percentuali variabili a seconda delle sue diverse forme (da un minimo di 4,3% ad un massimo di 24%). Le differenze più significative si osservano per quanto riguarda la percentuale di giovani che dichiara di non essere stata vittima di cyberbullismo (64% Campania, 68,3% Lazio e 70,7% Lombardia), e rispetto a chi ha dichiarato di non conoscere nessuno a cui è capitato un episodio legato al cyberbullismo: 54,5% dei giovani campani, 60% dei laziali e 63,1% dei lombardi.
Il bullismo offline è ancora più diffuso del cyberbullismo, che comunque interessa tutte le piattaforme di SNS: il 39,6% delle vittime lo ha sperimentato su Facebook, il 31,7% su WhatsApp, il 14,3% tramite chiamate e SMS sul proprio cellulare e l’8,1% su Instagram.

Le esperienze negative su Internet portano i ragazzi ad adottare una combinazione di strategie per ridurre lo stress emotivo e psicologico, rispetto alle quali la mediazione e la prevenzione scolastica inizia ad acquisire un certo peso: un terzo degli intervistati dichiara di aver ricevuto consigli dai propri insegnanti su come comportarsi con i propri contatti online (32%) e su cosa fare nel caso in cui qualcosa li turbasse o infastidisse su internet (32,7%).

Foto Presentazione da www.corecomlazio.it
uspi

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