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Crimi risponde alla Camera su bonus pubblicità, riduzione dei contributi e sostegno alle nuove aziende digitali e alle start-up innovative

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri è intervenuto presso la Commissione Cultura per rispondere a alcune interrogazioni a risposta immediata.

Oggetto delle domande: credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali per il 2019; riduzione dei contributi statali all’editoria e sostegno alle nuove aziende digitali e alle start-up innovative.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria Vito Crimi, giovedì 9 maggio scorso, è intervenuto alla seduta della VII Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera dei deputati per rispondere a una serie di domande a risposta immediata, presentate da alcuni parlamentari, su vari temi riguardanti l’editoria e il sostegno pubblico al settore.

Il resoconto della seduta è stato pubblicato sul sito della Camera sabato 11.

CREDITO D’IMPOSTA SUGLI INVESTIMENTI PUBBLICITARI

La prima interrogazione, presentata dal deputato Federico Mollicone (FdI) ha riguardato il bonus pubblicità sugli investimenti pubblicitari incrementali e la sua riproposizione anche per l’anno 2019.

Il sottosegretario, rispondendo all’interrogazione, ha riferito che con la pubblicazione dell’elenco definitivo dei soggetti ammessi a fruire del credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali per gli anni 2017 e 2018 si è regolarmente concluso il percorso che era iniziato a settembre dello scorso anno – con la presentazione delle domande che riguardavano sia la prenotazione del credito per gli investimenti programmati nel 2018, sia l’esposizione degli investimenti già effettuati nel 2017 – e che è poi proseguito a gennaio di quest’anno con la presentazione delle dichiarazioni sostitutive relative agli investimenti effettuati nel 2018. Con la conclusione del percorso, il Dipartimento è stato in grado di provvedere alle erogazioni relative al 2017 e al 2018. Il rappresentante de governo ha, quindi, depositato in Commissione un report sulla fruizione relativa a questo intervento, sottolineando che esso ha avuto un grande successo.

Per quanto concerne il rinnovo del 2019, Crimi ha rappresentato che era previsto che per gli anni successivi al 2018 la misura sarebbe stata rifinanziata ancora a carico del Fondo per il pluralismo, nell’ambito del meccanismo di riparto annuale delle risorse ivi stanziate. Tuttavia, il Ministero dell’economia e delle finanze – dipartimento della Ragioneria generale dello Stato – ha ritenuto che la copertura del credito d’imposta per gli anni non contemplati dalla disposizione istitutiva debba essere necessariamente disposta con un nuovo intervento normativo di rango primario. A tal fine, ha preannunciato che nel corso dell’esame del decreto-legge n. 34 del 2019 (cosiddetto decreto «crescita») il Governo presenterà emendamenti finalizzati a rendere permanente la norma sul credito d’imposta. Il sottosegretario ha concluso la risposta specificando che, per quanto concerne l’anno 2019, occorrerà prorogare il termine di scadenza per la presentazione delle istanze.

RIDUZIONE/ABOLIZIONE DEI CONTRIBUTI STATALI ALL’EDITORIA

La successiva interrogazione, depositata dai deputati Valentina Aprea e Luigi Casciello (FI), ha afferito alla riduzione, fino alla soppressione del 2022, dei contributi diretti alle imprese editoriali sancita dall’articolo 1, comma 810, della Legge 145/2018 (Legge di bilancio 2019).

Il sottosegretario, rispondendo all’interrogazione, ha premesso che il Governo è fermamente determinato a promuovere, tutelare e sostenere il pluralismo, l’indipendenza e la libertà di stampa, in quanto elementi sui quali si fonda il sano sviluppo della società e della stessa democrazia. Ha specificato, quindi, che – per garantire l’auto-sostenibilità del mercato – altro tema essenziale è la rideterminazione dei criteri di distribuzione della raccolta pubblicitaria, fonte primaria di sostentamento per l’editoria. Ha ritenuto legittimo però chiedersi se lo strumento del finanziamento pubblico, così come è stato finora concepito, rappresenti davvero un elemento di garanzia e di tutela dell’informazione o non costituisca piuttosto un fattore di ulteriore condizionamento nei confronti dell’informazione.

In proposito, Crimi ha concordato che sia necessario tutelare l’informazione locale, da considerare anche come fattore di contrasto della corruzione. A tal fine, ha ricordato il sottosegretario, nella previsione di riduzione dei finanziamenti è stata prevista una sorta di moratoria per la piccola editoria. Inoltre ha precisato ancora, l’abolizione dei contributi diretti è stata disposta in modo progressivo e graduale, per consentire agli eventuali progetti di ristrutturazione di essere avviati con la necessaria progressività. Con la legge di bilancio si è così stabilito di lasciare invariati i contributi pubblici diretti fino ai 500 mila euro annui fino al 2022, sostanzialmente lasciando invariata nel periodo transitorio la contribuzione pubblica per le realtà locali e minori, come richiesto dagli interroganti.

Crimi, inoltre, ha ribadito che il fondo per il sostegno al pluralismo non è stato minimamente scalfito e resta nella disponibilità della Presidenza del Consiglio per essere utilizzato in aderenza alle sue finalità, sottolineando, in proposito, che il fondo aumenterà grazie all’extra-gettito atteso a seguito delle nuove modalità di riscossione del canone Rai.

Il governo, ha poi evidenziato Crimi, vuole rivolgere una particolare attenzione alle realtà editoriali che non hanno la capacità di raccogliere un livello di pubblicità tale da potersi sostenere autonomamente sul mercato, individuando nuovi strumenti di sostegno per evitare abusi e distorsioni.

Dopo aver poi ricordato che il Fondo per il pluralismo ha una dotazione predeterminata e che, pertanto, in presenza di un più alto numero di domande, si riducono proporzionalmente i singoli finanziamenti, il rappresentante del governo ha osservato che la riduzione del 20 per cento dei contributi sarebbe probabilmente intervenuta comunque: di questo si potrà avere contezza quando sarà possibile costruire le simulazioni sulla base di tutte le richieste pervenute.

L’onorevole ha quindi concluso, assicurando la sua disponibilità a presentare alla Commissione i risultati raggiunti al termine degli Stati Generali dell’editoria.

SOSTEGNO STATALE ALLE NUOVE AZIENDE DIGITALI E ALLE START-UP INNOVATIVE

L’ultima interrogazione è stata presentata da Alessandra Carbonaro (M5S) con oggetto la possibilità di finanziare con soldi pubblici le nuove aziende digitali e le start-up innovative.

Il sottosegretario ha ricordato che la legge di stabilità per l’anno 2014 ha previsto incentivi agli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all’innovazione tecnologica e digitale e all’ingresso di giovani professionisti nel campo dei nuovi media. In attuazione di tale disposizione il Dipartimento per l’editoria ha intrapreso una prima iniziativa per l’assegnazione di un finanziamento mediante bando ai migliori progetti editoriali on line presentati da imprese costituite da non più di 48 mesi o da start up. Alla procedura, ha riferito Crimi,  hanno partecipato 40 imprese, di cui 22 ammesse al finanziamento, tra le quali 8 start up. Nel 2018 è stato assegnato alle imprese vincitrici un contributo di 100.000 euro cadauna.

Il sottosegretario, però, si è lamentato che ben tre anni sono intercorsi tra l’avvio della procedura per il bando e la sua conclusione: “un periodo eccessivamente lungo, specialmente nel campo dell’innovazione”.

Ha ricordato infine che la legge delega n. 198 del 2016 ha istituito il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, che riunisce tutte le diverse forme di sostegno all’editoria, tra cui i finanziamenti destinati a progetti innovativi, per un ammontare di 2 milioni di euro annuali per il 2017 e il 2018. Detti stanziamenti, non essendo stati ancora utilizzati, – parola di Crimi – saranno impiegati in favore di progetti di innovazione digitale e sociale funzionali a promuovere la più ampia fruibilità dei contenuti informativi multimediali e la maggiore diffusione dell’uso delle tecnologie digitali. L’intento è quello di favorire i progetti più idonei a consentire specialmente ai soggetti più svantaggiati l’utilizzo di dispositivi tecnologici per accedere all’informazione. Ciò anche in considerazione del fatto che oggi molti siti informativi sono di difficile fruizione, specialmente per gli ipovedenti.

Concludendo la sua risposta, Crimi ha sottolineato, da ultimo,   la volontà del Governo di lavorare alla promozione del pluralismo dell’informazione, inteso non soltanto, tradizionalmente, come diritto di informare, ma anche come diritto ad informarsi.

GUARDA IL VIDEO DELLA SEDUTA DELLA COMMISSIONE CULTURA (dal profilo facebook di Vito Crimi)

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