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Crimi: “La pirateria uccide la creatività e i posti di lavoro”

Il Sottosegretario, con un post sul suo profilo facebook, ha denunciato il fenomeno delle IPTV illegali.

Il 12 gennaio scorso, Vito Crimi, Sottosegretario con delega all’editoria, ha segnalato su facebook questo episodio:
«Ieri sul telefonino mi è arrivato questo messaggio. È comparso all’interno di un canale Telegram (servizio di messaggistica istantanea simile a Whatsapp), che solitamente pubblica notizie e aggiornamenti di ogni genere. Ma nella giornata di ieri, anziché una notizia, è arrivata questa pubblicità sponsorizzata. Sapete cos’è? È un reato. E forse chi amministra quel canale nemmeno si è reso conto della gravità di quel che ha fatto.

Il messaggio sponsorizzato rimandava infatti ad una “IPTV”, un sistema di trasmissione che consente di vedere tutte le tv a pagamento senza pagare i relativi canoni. Si tratta del cosiddetto “pezzotto”, una pratica illegale purtroppo molto diffusa in alcune parti d’Italia e in aumento altrove. Ma non è soltanto un reato: è anche un grave danno economico per il nostro Paese».

Già il 22 novembre, in occasione dell’incontro con i rappresentanti della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), Crimi aveva postato l’allarme per gli effetti che disastrosi che la pirateria televisiva provoca, non solo per le imprese ma anche l’intera economia italiana.

Si legge, infatti, nel post di novembre: «Una recente indagine IPSOS ha evidenziato mancati incassi per oltre 600 milioni di euro, un danno complessivo stimato in oltre 1 miliardo di euro e 5.700 posti di lavoro andati in fumo. Dinnanzi a questa deriva, la condanna, la repressione e la punizione servono fino ad un certo punto. In questo mare di film, canzoni e contenuti multimediali rubati, non dobbiamo soltanto perseguire e punire, ma anche far comprendere gli effetti e i danni provocati da chi si rende complice dell’illegalità diffusa. Perché ogni volta che si compie un atto di pirateria, c’è un’industria, quella audiovisiva, che viene colpita gravemente. E perde pezzi. Ci sono aziende e imprese che arrivano a chiudere per la riduzione del fatturato, lavoratori che perdono il lavoro, idee e creatività distrutte, bruciate, azzerate».

L’incontro di Vito Crimi (a sin.) con il Segretario Generale della FAPAV, Federico Bagnoli Rossi – foto da facebook

Perché, ha spiegato Crimi: «Dietro le pay-tv e i programmi che queste offrono al pubblico, ci sono imprese, aziende, fornitori, tecnici, impiegati, autori, elettricisti, giornalisti, operatori di ripresa, programmatori, registi e tantissime altre professionalità. Ci sono lavoratori. E ci sono le loro famiglie, che vivono di questo lavoro. Quella della cultura e dell’intrattenimento è un’industria fra le più produttive, non solo in Italia, ma in tutto il mondo».

«Ecco, – ha chiarito il sottosegretario nell’ultimo post di gennaiole “IPTV” annientano tutto questo. Uccidono un mercato virtuoso, bloccano lo sviluppo delle aziende che realizzano i prodotti che guardiamo in tv, fanno perdere migliaia di posti di lavoro. E tutto questo per cosa? Cosa trasmetteranno le IPTV il giorno in cui le tv a pagamento dovessero fallire e non trasmettere più programmi?».

«Eppure, – ha sottolineato Crimila diffusione delle IPTV viene percepita come un novello “Robin Hood” che ruba i prodotti televisivi (dalle serie televisive ai film, ai documentari, agli eventi sportivi) a presunti “ricchissimi e potentissimi” distributori, e li regala a chiunque li desideri. No, altro che Robin Hood: dietro questa pratica illegale spesso si nasconde la criminalità organizzata, che grazie alle IPTV incrementa il proprio patrimonio e investe in traffici ancor più devastanti per la nostra società. Perciò i “furbi” che pensano di aggirare il “sistema” scegliendo le IPTV non fanno altro che finanziare a loro insaputa dei criminali, rendendosi complici di un reato».

Crimi ha chiuso con un sollecitazione: «Non fidiamoci di chi diffonde a prezzo ribassato o addirittura gratuitamente ciò che appartiene ad altri, la loro proprietà intellettuale e il frutto del loro lavoro. È nostro dovere valorizzare un’industria che da voce alla creatività di artisti e autori. È nostro dovere difendere le tante professionalità che ogni giorno ci lavorano e l’aiutano a crescere. Non fidiamoci di chi la sta distruggendo. Se vi trovate in presenza di questa pratica illegale, denunciate. Facciamo la nostra parte per riportare legalità e salvaguardare il lavoro di tanti cittadini. Io ho fatto la mia parte, nel mio piccolo.
Diventiamo complici dei creativi, non dei pirati».

uspi

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