Il Covid-19 (e tutta l’emergenza economica che ne è derivata) rallenta la crescita dell’Internet of Things (IoT), gli oggetti connessi, che negli ultimi anni era stata molto rapida (+24% nel 2019, +35% nel 2018) e che contribuiscono alla digitalizzazione del nostro Paese.
Ma, secondo quanto riporta l’ultima ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi durante un convegno online, il mercato italiano sembra reggere l’urto della pandemia segnando una flessione del 3%, rispetto all’andamento registrato nei principali paesi occidentali (che oscilla fra il -5% e il +8%). Il valore del mercato si attesta invece a 6 miliardi di euro.
Secondo lo studio, la spesa si divide equamente fra le applicazioni che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare (3 miliardi, -6%) e quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione (3 miliardi, stabili rispetto al 2019). Sono 93 milioni le connessioni IoT attive in Italia.
“Pur in leggera flessione, il mercato è comunque in salute e presenta una buona dinamicità, con tanti ambiti che sono cresciuti rispetto al 2019, come la Smart Agricolture. Sono in costante aumento le connessioni IoT che abilitano l’evoluzione tecnologica e la spinta dei servizi abilitati dagli oggetti smart apre nuovi modelli di business e opportunità sia dal punto di vista consumer che delle imprese e delle PA”, spiega Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano.
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