FIRENZE (ITALPRESS) – “L’Italia si è trovata a gestire per prima la pandemia in Europa e nell’ambito occidentale. I momenti iniziali sono stati molto complicati. L’Italia per prima è stata chiamata a fare scelte risolute, inedite. Non disponevamo ancora di un quadro chiaro ed esauriente della situazione”. Lo ha detto l’ex premier Giuseppe Conte durante una lectio magistralis all’Università di Firenze.
“Le difficoltà di gestione sono subito apparse evidenti, l’organizzazione sanitaria nel nostro Paese è pressochè affidata alle Regioni – ha aggiunto Conte -. Via via che la pandemia si è diffusa la prospettazione ingannevole della dicotomia fra tutela della salute e tutela dell’economia. Questa interpretazione l’abbiamo fin da subito respinta perchè fuorviante”.
Per Conte “la politica deve perseguire un europeismo critico, non fideistico: un approccio di autentica conversione che consapevolmente recuperi e rilanci, attualizzandole, le ragioni fondative del sogno europeo”.
“C’è euforia – ha aggiunto Conte – per le professioni di fede europeista che si sono moltiplicate anche in Italia in queste ultime settimane, tanto più che alcune di queste sono giunte inopinate”. Tuttavia “l’europeismo non è una moda e il modo migliore per contrastare i ripiegamenti identitari è lavorare con lungimirante concretezza per rafforzare la credibilità, l’affidabilità della casa comune europea: altrimenti, quando il vento cambierà e torneranno a spirare i venti nazionalisti, sarà molto complicato riuscire a contrastarli con la forza di soluzioni solide ed efficaci”.
(ITALPRESS).
“Le difficoltà di gestione sono subito apparse evidenti, l’organizzazione sanitaria nel nostro Paese è pressochè affidata alle Regioni – ha aggiunto Conte -. Via via che la pandemia si è diffusa la prospettazione ingannevole della dicotomia fra tutela della salute e tutela dell’economia. Questa interpretazione l’abbiamo fin da subito respinta perchè fuorviante”.
Per Conte “la politica deve perseguire un europeismo critico, non fideistico: un approccio di autentica conversione che consapevolmente recuperi e rilanci, attualizzandole, le ragioni fondative del sogno europeo”.
“C’è euforia – ha aggiunto Conte – per le professioni di fede europeista che si sono moltiplicate anche in Italia in queste ultime settimane, tanto più che alcune di queste sono giunte inopinate”. Tuttavia “l’europeismo non è una moda e il modo migliore per contrastare i ripiegamenti identitari è lavorare con lungimirante concretezza per rafforzare la credibilità, l’affidabilità della casa comune europea: altrimenti, quando il vento cambierà e torneranno a spirare i venti nazionalisti, sarà molto complicato riuscire a contrastarli con la forza di soluzioni solide ed efficaci”.
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