Durante il lockdown è cresciuta dell’11% la quota di tempo dedicato dagli italiani agli strumenti digitali legati a comunicazione, social media e streaming.
La crescita più forte è stata quella dei Baby Boomers (+16%). Più Fitness per la Generazione Z, più spesa online e servizi legati alla PA per i consumatori più maturi.
GfK (Growth from Knowledge) Group, società di analisi dei mercati e dei consumatori, ha pubblicato uno studio sugli effetti del Coronavirus sui mercati, i consumatori e i media. Analizzando l’evoluzione della fruizione di contenuti multimediali per effetto del lockdown, sono emersi alcuni trend interessanti su come sono cambiate le abitudini digitali delle diverse generazioni.
Complessivamente, il tempo dedicato al Digitale è cresciuto in maniera significativa durante il lockdown e gli italiani hanno sfruttato gli strumenti digitali per rompere l’isolamento e continuare a informarsi, intrattenersi, comunicare e coltivare le relazioni.
In particolare, secondo i dati passivi rilevati attraverso GfK Sinottica, nel periodo compreso tra il 21 febbraio e il 12 aprile è cresciuta dell’11% la quota di tempo dedicato agli strumenti digitali legati alla comunicazione (ad esempio per chat e videochiamate), ai social media e agli streaming audio e video.
Già prima del lockdown, comunicazione virtuale, social e streaming rappresentavano molto del tempo speso quotidianamente online, ma durante l’isolamento forzato in casa questo ambito è diventato ancora più importante per gli italiani.
Con alcune differenze sull’uso di internet tra le diverse Generazioni
L’incremento più alto in termini di tempo dedicato si è avuto tra Baby Boomers (dai 73 ai 53 anni oggi): +16%; e Generazione X (età compresa tra i 53 e i 38 anni): +14%, che probabilmente prima del lockdown utilizzavano meno di frequente questi strumenti digitali e che si sono dovuti attrezzare per comunicare a distanza, per necessità legate allo smart working o al mantenimento delle relazioni sociali.
Nelle generazioni più giovani, già abituate a dedicare molto tempo a questi aspetti della vita digitale, l’incremento è stato più ridotto: +9% per i Millennials (38-18 anni oggi) e +3% per la Generazione Z (i nati da fine anni ’90 al 2010, la prima generazione nativa digitale).
Le nuove abitudini digitali delle diverse Generazioni
Se l’incremento del tempo dedicato a comunicazione, social e streaming è stato – seppure con accenti diversi – comune a tutte le Generazioni, andando a considerare le categorie che durante questa fase hanno visto l’incremento maggiore in termini di tempo dedicato emergono alcune differenze generazionali.
Considerando il totale del tempo dedicato al digitale, la Generazione Z durante il lockdown ha dedicato più tempo del solito al Fitness, alla GDO (incluso il fare la spesa) e a tutto quello che riguarda la Cucina.
I Millennials in quarantena hanno incrementato soprattutto il tempo online dedicato alla Cucina, alla GDO e all’informazione quotidiana.
Anche per la Generazione X l’incremento più significativo di tempo nella sfera digitale ha riguardato la Cucina, ma al secondo posto troviamo gli strumenti digitali della Pubblica Amministrazione (PA online) e al terzo la GDO.
Ancora diversa la classifica per i Baby Boomers, che hanno incrementato soprattutto il tempo online dedicato alla GDO, seguito dalla PA online e dal settore Non Profit. In questa ultima categoria rientrano anche tutte le iniziative legate a donazioni, raccolte fondi e volontariato, per le quali gli italiani più maturi hanno intrapreso diverse iniziative sfruttando gli strumenti digitali.
Nota metodologica:
Indagine single source basata su un campione rappresentativo di italiani con più di 14 anni. I dati contenuti in questo comunicato si riferiscono al periodo compreso tra il 21 febbraio e il 12 aprile 2020 e sono stati raccolti quotidianamente, in maniera continuativa con metodologie passive (Meter e Software Tracker). Tutti i trend si riferiscono al confronto con il periodo precedente al lockdown (27 gennaio-20 febbraio 2020).