Il tecnico dei sardi: “Giulini ed io ci avevamo pensato prima”
ROMA (ITALPRESS) – “I tagli degli stipendi? Quando ho firmato il contratto con il Cagliari lo scorso 3 marzo, abbiamo messo una clausola di buon senso che riguardava proprio questo periodo. Le persone intelligenti vagliano e pensano, ed il presidente Giulini ed io lo abbiamo fatto. Mi sembrava corretto pensarci prima e a me piace pensare alle soluzioni, non al problema stesso”. Lo ha rivelato Walter Zenga, neo allenatore del Cagliari, ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno, parlando del momento legato all’emergenza per la pandemia di Covid-19 che sta portando societa’ e calciatori a concordare una riduzione dei salari. “Mi auguro che si riparta, perche’ significherebbe che il virus e’ stato sconfitto e si darebbe gioia alle persone, ammesso che la gente torni negli stadi – sottolinea l’ex portiere dell’Inter e della Nazionale, 59 anni – Ma la preparazione sara’ differente perche’ i calciatori arriverebbero da due mesi chiusi in casa senza un allenamento specifico. E si dovra’ considerare che non potranno esserci delle amichevoli, se non in determinate condizioni, e che si giocheranno 12-13 partite in uno spazio molto ristretto. Io non ho mai pensato di poter tornare a giocare il 3 maggio, mi sembra una data ristretta: ma se la Fifa ha dato alle federazioni la possibilita’ di discutere di un ritorno oltre il 30 giugno, se tutte le cose tornano a posto e giochiamo d’estate in uno spazio breve, ma chi se ne frega delle vacanze”
(ITALPRESS).
ROMA (ITALPRESS) – “I tagli degli stipendi? Quando ho firmato il contratto con il Cagliari lo scorso 3 marzo, abbiamo messo una clausola di buon senso che riguardava proprio questo periodo. Le persone intelligenti vagliano e pensano, ed il presidente Giulini ed io lo abbiamo fatto. Mi sembrava corretto pensarci prima e a me piace pensare alle soluzioni, non al problema stesso”. Lo ha rivelato Walter Zenga, neo allenatore del Cagliari, ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno, parlando del momento legato all’emergenza per la pandemia di Covid-19 che sta portando societa’ e calciatori a concordare una riduzione dei salari. “Mi auguro che si riparta, perche’ significherebbe che il virus e’ stato sconfitto e si darebbe gioia alle persone, ammesso che la gente torni negli stadi – sottolinea l’ex portiere dell’Inter e della Nazionale, 59 anni – Ma la preparazione sara’ differente perche’ i calciatori arriverebbero da due mesi chiusi in casa senza un allenamento specifico. E si dovra’ considerare che non potranno esserci delle amichevoli, se non in determinate condizioni, e che si giocheranno 12-13 partite in uno spazio molto ristretto. Io non ho mai pensato di poter tornare a giocare il 3 maggio, mi sembra una data ristretta: ma se la Fifa ha dato alle federazioni la possibilita’ di discutere di un ritorno oltre il 30 giugno, se tutte le cose tornano a posto e giochiamo d’estate in uno spazio breve, ma chi se ne frega delle vacanze”
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