Nella giornata di oggi, presso la Camera dei Deputati, nella Sala della Regina si è tenuto il Convegno “Il nuovo uomo della rivoluzione digitale – tra diritto in itinere e scienze umane” organizzato dall’Unione Italiana Forense.
Il programma del Convegno:
Il Prof. Claudio Spinelli si domanda se il bambino digitale sia in evoluzione o involuzione. “La tecnologia, utilizzata in modo responsabile, ci farà assistere a una vera e propria evoluzione” e di questo dobbiamo esserne certi.
Poi cita Lucrezio: “Il vero progresso determina il miglioramento sociale dell’umanità”.
Il Segretario Generale USPI, Prof. Francesco Saverio Vetere, è intervenuto nel II panel del Convegno, analizzando il delicato rapporto tra il mondo dell’informazione e la tecnologia.
“Qualche tempo fa il sottosegretario all’Editoria, Sen. Barachini, ha nominato una Commissione per l’impatto dell’IA su tutta l’editoria. Come Presidente di questa Commissione è stato nominato Giuliano Amato, anni: 85. Fa parte di una generazione completamente diversa. Ha ricevuto una serie di critiche completamente infondate, secondo me. Amato ha giustamente riposto che lui deve valutare l’impatto di una innovazione tecnologica che cambierà di nuovo la nostra società. In questo caso, si chiede aiuto ai filosofi, esperti della società e di diritto”.
Vetere ha poi utilizzato l’incipit della Metafisica di Aristotele, “ogni uomo, per sua natura, desidera conoscere” e il mito di Prometeo riscritto da Platone per introdurre un nuovo punto di vista nel dibattito: “l’uomo è tecnico per sua natura, deve vivere, deve crescere, fa proprio ciò che è. Prometeo donò la tecnica all’uomo, anche per tramite del fuoco”.
Secondo il Segretario Generale dell’USPI, “l’idea di regolamentare l’uomo è sapere di accumulare dei ritardi storici, sempre. La nostra produzione legislativa è inesorabilmente più lenta dello sviluppo tecnologico. Prima di normarla dobbiamo capire come si muove. Capire il giusto equilibrio tra i diritti fondamentali e l’autocontrollo”.
È la tecnologia che cambia la società? Sì, secondo Vetere. “Gli strumenti producono il bene. Effettivamente, la situazione oggi è diversa. La ricchezza degli strumenti non sta più nelle Nazioni, ma nelle mani degli OTT e di questo ci dobbiamo occupare”.
Qui di seguito il video dell’intervento completo:
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