Thierry Breton, Commissario europeo al mercato interno, e Mark Zuckerberg, proprietario di Facebook e Instagram, si sono confrontati nella giornata di ieri in un “live debate” in streaming su Youtube, organizzata dal think tank europeo indipendente Cerre. Fin da subito è stata esplicitata dai due la grande collaborazione tra Commissione europea e i Big Tech nell’affrontare la crisi durante questa pandemia mondiale.
Però, per Zuckerberg, è fondamentale che l’Europa stabilisca delle regole per i social network che creino uno standard occidentale – che impedisca alla Cina di dettare le regole del nuovo mondo tech- e Breton si dice d’accordo. “Serve un new digital deal -afferma il CEO di Facebook-, quale modello vincerà nel futuro? Giusto per essere sincero, penso che stia uscendo un modello che proviene da paesi come la Cina con valori molto diversi rispetto ai Paesi occidentali che sono più democratici. E potrebbe diffondersi in altri Stati”.
Breton però è irremovibile su un punto: non è l’Europa che deve adattarsi ai Big tech ma viceversa: “Noi apprezziamo il tuo business -afferma il Commissario rivolgendosi direttamente a Zuckerberg-, ma non siamo noi a doverci adattare voi, quanto viceversa. Noi siamo una democrazia che rappresenta 450 milioni di persone e dobbiamo assicurare che questo sistema democratico continui nel tempo. La regolamentazione ex ante ha funzionato bene per le telecomunicazioni e lo faremo anche con le piattaforme online. Abbiamo imparato a camminare insieme in questa crisi rispettando ciò che siamo. Il meno dovrò regolare, meglio sarà”.
Sicuramente gli OTT in generale stanno svolgendo un grande lavoro per arginare il diffondersi delle fake news, ma secondo il Commissario, tutti questi sforzi non saranno mai abbastanza perché è un tema decisivo per la sopravvivenza della democrazia. Breton quasi minaccia delle regolazioni molto più stringenti per gli OTT se le promesse saranno disattese: “Alla fine della giornata, se non riusciremo a trovare un accordo ovviamente regolamenteremo”. La Commissione monitorerà con ancora più attenzione i Big tech “Sono stato anche io un CEO. Non siate troppo furbi, pagate le tasse e non andate nei paradisi fiscali”.
Sul tema fake news, il CEO dei social più famosi al mondo, segnala il grande lavoro della sua azienda e i grandi progressi fatti anche grazie alla tecnologia e all’intelligenza artificiale che al giorno d’oggi permette di individuare e segnalare i contenuti dannosi più facilmente rispetto a qualche anno fa. “L’80% di post o video fake viene intercettato prima che qualcuno lo noti” ma la difficoltà di intercettare tutti i contenuti disinformativi rimane, nonostante Facebook abbia creato 21 categorie per definirli: fake news, l’hate speech, terrorismo, sfruttamento minorile. “Siamo un’azienda privata non dovremmo decidere noi quali contenuti devono esserci. Servono regolamenti nazionali”, conclude Zukerberg, sottolineando nuovamente la richiesta all’Europa.