ROMA (ITALPRESS) – Conflavoro Pmi e’ fortemente critica verso il capitolo affitti cosi’ come previsto nel decreto Rilancio. “E’ evidente – spiega in una nota l’associazione guidata da Roberto Capobianco – che il governo non sia andato minimamente vicino alle esigenze reali di affittuari e locatori. Era il 22 aprile quando il ministro Patuanelli, interpellato a proposito nel question time alla Camera, aveva assicurato l’impegno dell’esecutivo sul ‘ristoro, in parte o del tutto, degli affitti dei locali che il negoziante rimasto chiuso ha nei confronti di un altro soggetto privato’. Tutelando, s’intende, entrambi i contraenti”.
“Ma questo non accade con il decreto Rilancio. Vi e’ anzi un sistema farraginoso di calcoli percentuali a stabilire gli aventi diritto al credito d’imposta, che in ogni caso non supera il 60 per cento ed e’ basato sulla differenza di fatturato mensile tra l’attuale e lo scorso periodo d’imposta. Ovvero il credito d’imposta per gli affitti spetta per marzo, aprile e maggio 2020 solo se il fatturato di marzo, aprile e maggio 2019 e’ crollato nel singolo mese almeno del 50 per cento. Fortuna che ‘semplificazione’ doveva essere la nuova parola d’ordine”, spiega Conflavoro Pmi.
“Il fatto e’ che servivano e servono celerita’ e coraggio in scelte cosi’ delicate come le locazioni di immobili a uso non abitativo, di cui in pochi parlano, ma che rappresentano un gravoso costo fisso per le imprese rimaste forzatamente chiuse. Conflavoro Pmi – prosegue la nota – aveva inviato ai ministri competenti un piano dettagliato comprendente un’azione tesa a sospendere le rate di locazione o leasing e, parimenti, a tutelare i proprietari degli immobili attraverso la sospensione dell’Imu. Un piano, secondo noi, in grado di stabilire un serio e accessibile ristoro per tutte le parti. E’ piuttosto inutile parlare adesso di credito d’imposta ad un’azienda che non ha capacita’ per far fronte al pagamento del dovuto. Ma cosi’ e’ stato deciso e prendiamo atto delle scelte fatte. Proporremo un emendamento ad hoc in sede di conversione di legge, ma e’ certo che quanto disposto dal governo nel DL Rilancio non evitera’ assolutamente l’insorgere di situazioni di morosita’”.
(ITALPRESS).
“Ma questo non accade con il decreto Rilancio. Vi e’ anzi un sistema farraginoso di calcoli percentuali a stabilire gli aventi diritto al credito d’imposta, che in ogni caso non supera il 60 per cento ed e’ basato sulla differenza di fatturato mensile tra l’attuale e lo scorso periodo d’imposta. Ovvero il credito d’imposta per gli affitti spetta per marzo, aprile e maggio 2020 solo se il fatturato di marzo, aprile e maggio 2019 e’ crollato nel singolo mese almeno del 50 per cento. Fortuna che ‘semplificazione’ doveva essere la nuova parola d’ordine”, spiega Conflavoro Pmi.
“Il fatto e’ che servivano e servono celerita’ e coraggio in scelte cosi’ delicate come le locazioni di immobili a uso non abitativo, di cui in pochi parlano, ma che rappresentano un gravoso costo fisso per le imprese rimaste forzatamente chiuse. Conflavoro Pmi – prosegue la nota – aveva inviato ai ministri competenti un piano dettagliato comprendente un’azione tesa a sospendere le rate di locazione o leasing e, parimenti, a tutelare i proprietari degli immobili attraverso la sospensione dell’Imu. Un piano, secondo noi, in grado di stabilire un serio e accessibile ristoro per tutte le parti. E’ piuttosto inutile parlare adesso di credito d’imposta ad un’azienda che non ha capacita’ per far fronte al pagamento del dovuto. Ma cosi’ e’ stato deciso e prendiamo atto delle scelte fatte. Proporremo un emendamento ad hoc in sede di conversione di legge, ma e’ certo che quanto disposto dal governo nel DL Rilancio non evitera’ assolutamente l’insorgere di situazioni di morosita’”.
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