È sotto gli occhi di tutti il cambiamento dell’ecosistema dell’editoria libraria e periodica, tema che è stato al centro del “Future Book Forum” evento organizzato dal 2014 a Poing, in Germania.
Questa edizione, la sesta, ha messo a confronto il mondo dell’editoria e l’industria della stampa, nelle giornate del 20 e 21 novembre. Il tema centrale discusso è stato il coinvolgimento diretto delle comunità online dei lettori: «Meglio concentrarsi su passioni e interessi del pubblico. Le community online sono un modo per crescere creando relazioni fra persone con interessi comuni: i viaggi, la cucina, la bici» ha affermato Peter Fisk, esperto di innovazione della Business School di Madrid.
Il ruolo delle comunità online è complesso e ancora da analizzare nei suoi vari aspetti, lo spostamento di alcune dinamiche sociali sull’online crea la necessità di un ripensamento della comunicazione stessa nelle comunità.
Verónica Reyero Meal, cofondatrice di Antropologia 2.0, agenzia specializzata sull’antropologia del business ha spiegato alla platea che «per una community occorrono tre C: collaborazione, consumer (utenti) e un contenuto che faccia da collante. Io aggiungerci la C di contesto. Oggi le persone non vogliono che qualcuno dica loro che cosa fare, ma interagire da pari. In un mondo sempre più individualista, una community implica la condivisione non di prodotti, ma di valori. Creando una comunità, si crea una cultura più che un marchio. Prima di pensare a come vendere libri, un editore dovrebbe chiedersi dove imparano le persone, dove si informano» ha sostenuto l’antropologa.
Le comunità online, quindi, possono essere un ottimo strumento se non si concentra tutto il lavoro in un breve o brevissimo periodo e soprattutto se si riesce a far emergere le voci autorevoli: «Le comunità non sono solo marketing o social media, ma un modo per coinvolgere direttamente», sottolinea Mark Allin, amministratore delegato di John Wiley & Sons, l’editore statunitense noto per le Guide For Dummies.
Si va verso un ibrido fra stampa e digitale, con un modello di business nuovo che cambierà la fruizione degli utenti e sicuramente il lavoro degli editori.