Terminati l’esame e la discussione della nuova norma sulla diffamazione a mezzo stampa da parte della Commissione Giustizia del Senato. Adesso il provvedimento passerà in Aula.
Finalmente è stato confermato dalle istituzioni lo stop definitivo al carcere per i giornalisti per il reato di diffamazione. La norma italiana, criticata anche a livello europeo, è stata sostituita da una serie di altre norme che prevedono procedure più chiare e trasparenti per le rettifiche, nuove sanzioni pecuniarie e estensione della normativa alle testate on line, oltre che radio-tv.
La questione sulle sanzioni economiche è ancora da definire nel dettaglio: per ora la sanzione massima, nel testo approvato dalla commissione, è fissata a 50 mila euro (in caso di attribuzione di un fatto determinato falso, diffuso con la consapevolezza della sua falsità), sanzione che in ogni caso si intenderebbe abbassare dopo le varie critiche giunte dall’intero settore.
Il Senatore M5S Arnaldo Lomuti, conferma che la discussione ancora in atto riguarda l’entità del ribasso. Anche perché, la decisione dell’ammontare dell’importo dovuto, è fondamentale anche in relazione allo stato del settore, delle testate online in particolare. Infatti, lo stesso Senatore Caliendo (FI), ha affermato:
In ogni caso, il Sen. Lomuti, si ritiene soddisfatto dell’obbiettivo raggiunto:
Poi, sul tema riguardante il foro di competenza in caso di ricorso al giudice, che al momento sarebbe quello della residenza del diffamato, Lomuti aggiunge: “Stiamo valutando la possibilità di legarlo alla sede della testata, anche se questo pone alcuni problemi, soprattutto con quelle online, che possono avere sede anche all’estero. Insomma stiamo cercando la soluzione migliore sul punto”.
Tra l’altro, il passaggio in aula del ddl sulla diffamazione avverrà in contemporanea al ddl sulle liti temerarie. “Sono ottimista – prosegue Lomuti – nonostante il Parlamento sia in questo periodo fortemente impegnato con la conversione dei numerosi decreti legati all’emergenza del Coronavirus, conto che prima della pausa estiva, a fine luglio, possa esserci il primo via libera del Senato sui due provvedimenti, che poi passeranno al vaglio della Camera”.