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Come si informano le nuove generazioni in Italia (i risultati della indagine Demopolis)

Il 95% degli under 30 italiani usa quotidianamente la Rete. Il 60% è di fatto sempre connesso ad Internet.

Nel corso di una Conferenza stampa, promossa dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il 22 gennaio a Roma, sono stati presentati, dal direttore dell’Istituto Nazionale di Ricerche Pietro Vento, i risultati della Indagine Demopolis “Come si informano le nuove generazioni in Italia”.

Il focus sul rapporto tra nuove generazioni e media nel nostro Paese costituisce una delle iniziative volute dall’Ordine dei Giornalisti in occasione del Premio Mario e Giuseppe Francese, nel quarantennale dell’uccisione del giornalista Mario Francese. Alla Conferenza stampa hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’OdG Sicilia Giulio Francese e il direttore di Demopolis Pietro Vento.

I RISULTATI DELL’INDAGINE
La ricerca si è sviluppata da due dati di partenza: il 95% degli under 30 italiani fruisce quotidianamente della Rete; e il 60% è di fatto sempre connesso ad Internet. L’indagine ha analizzato le variabili che orientano la dieta informativa dei giovani italiani tra i 18 e i 29 anni, focalizzando gli strumenti impiegati nel vissuto quotidiano per l’informazione, il multi-tasking e le aree tematiche di maggiore interesse per le nuove generazioni.

Il ruolo dei social sempre più centrale
La centralità delle Rete – si legge nell’indagine – incide in modo significativo sulle modalità di informazione delle nuove generazioni: il 75% entra in contatto con l’attualità attraverso siti web, portali e testate online. Considerato il contesto, i telegiornali, nazionali e locali, e i programmi d’informazione in tv tengono le loro posizioni: li segue il 66% degli under 30.

Sempre più centrale appare poi il ruolo di Facebook, Youtube e dei principali Social Network, “vero e proprio incrocio di tutte le informazioni”.

Il trend 2009-2019, disegnato dall’Istituto Demopolis, racconta numericamente un cambio d’epoca: la fruizione dei TG e dei programmi d’informazione passa in 10 anni dal 76% al 66%, quella dei siti di informazione online dal 31% al 75%; cresce di quasi 50 punti, dal 15% al 63%, l’utilizzo dei Social quale strumento di informazione.

È invece sempre più residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata: in pochi acquistano un giornale in edicola, anche se i quotidiani continuano ad essere letti, online, in tempo reale.

Perplessità sull’informazione politica
Dei media italiani, a quasi i 2/3 dei giovani intervistati, non piace la faziosità dell’informazione politica; il 56% stigmatizza la scarsa obiettività, il 48% la superficialità di molte notizie.

I media tradizionali sono comunque percepiti dagli under 30 come più affidabili rispetto ai Social Network: una simbolica rivincita, in questo caso, per la stampa tradizionale.

Vincono le notizie locali, scarso interesse per l’Europa e il mondo
Colpisce un altro dato nell’analisi Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti: ad interessare di più chi ha meno di 30 anni sono per il 70% i fatti locali che avvengono nella propria città o regione. Ma anche, per i due terzi, l’informazione nazionale. Più bassa, poco sopra il 40 per cento, l’attenzione su quanto accade in Europa e nel resto del mondo.

Riconosciuto il ruolo del giornalismo, in particolare quello di inchiesta
Un altro dato appare estremamente significativo: il 73% dei giovani italiani riconosce oggi al giornalismo una funzione fondamentale o importante nel nostro Paese.

Dall’indagine emerge infine un risultato di particolare interesse: il 70% dei giovani – ha evidenziato l’indagine di Demopolis – si dichiara interessato al giornalismo d’inchiesta e di denuncia. Le nuove generazioni lo vorrebbero più presente sui media italiani.

Il commento di Carlo Verna
«La ricerca di Demopolis mostra come i giovani siano interessati al giornalismo e alla sua funzione fondamentale per una corretta informazione dei cittadini, con particolare riferimento al giornalismo di inchiesta», ha annotato Carlo Verna, Presidente del Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti.

«E’ un dato che ci conforta in questa fase in cui abbondano fake news, linguaggi di odio, soprattutto via web, e dove si cerca di neutralizzare la funzione del giornalismo come “cane da guardia” della democrazia. Ritengo che compito essenziale dei giornalisti – ha argomentato Verna sia e resti quello di raccontare i fatti senza non fare sconti a nessuno, a nessun governo (di qualsiasi colore) a nessun potere (comprese le grandi piattaforme di internet)».

(Foto in alto: La presentazione dell’ indagine Demopolis, da www.odg.it)

uspi

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